INTERVISTA – Manuel Marsico (Pd): “Bene la prima metà del mandato Guerra. Sul Tardini confido nelle ragioni del Capitale. Basta soldi pubblici per quel baraccone dell’aeroporto”

SMA MODENA
lodi1
Manuel Marsico

Manuel Marsico è uno dei consiglieri più influenti in Consiglio comunale.

Iscritto al Pd, è un sostenitore di Elly Schlein della prima ora.

Salì alla ribalta delle cronache politiche cittadine per quel suo voto contro l’allungamento della pista dell’aeroporto Verdi. Non da solo tra le fila della maggioranza.

Lo abbiamo intervistato per conoscere la sua opinione sul Pd di Parma, sulla metà del mandato dell’Amministrazione Guerra, sulle sue priorità amministrative.

Come ha vissuto e come sta vivendo il Pd di Parma questo post elezioni regionali?

Perché esiste il PD a Parma? Anche per gli iscritti a volte è difficile accorgersene.

A parte gli scherzi, credo che sia giusto prendere atto del risultato straordinario fatto dai tre eletti in consiglio regionale. Mi sembra, però, che sia un po’ di tempo che ci si accontenta di avere dei campioni di preferenze. Facciamo oggettivamente fatica a costruire una classe dirigente al di fuori delle istituzioni. Se ci riuscissimo, sono convinto che la qualità della nostra proposta politica non potrebbe che migliorare.

Capisco che lo scenario in cui non si hanno competitor possa essere allettante perché, così, basta fare il minimo indispensabile. Ma se fai il minimo indispensabile, poi, devi accontentarti delle minestre riscaldate o di farti rappresentare da altri.

Qual è il tuo giudizio sulla prima metà di mandato del sindaco Michele Guerra?

Sono contento perché credo che la sensibilità sia quella giusta. Penso, ad esempio, alle politiche sulla casa, sulle questioni ambientali, sui servizi educativi, al lavoro sulle partecipate. Credo che siano in linea con quello che nel mondo deve fare la sinistra.

Allo stesso tempo, non ho mai nascosto che le criticità sono tantissime, legate, da un lato, ad un po’ di fisiologica timidezza della partenza e, dall’altro, alla complessità tecnica della messa in opera. Come dissi nella prima intervista, conta condividere il punto di arrivo. Da lì, poi, sta a tutti alzare l’attenzione per rispondere costantemente al sentimento di urgenza diffuso. Esiste poi la questione del bilancio: gli enti locali sono tutti in forte difficoltà, anche per i tagli del governo. Adesso bisogna avere il coraggio di scegliere a partire dai mutui, per arrivare a servizi ed entrate.

Quali obiettivi credi il Comune di Parma debba centrare prima della fine del mandato per ritenere pienamente positiva questa esperienza amministrativa?

Ho letto le tue riflessioni. Cerco di non replicare auspici decennali condivisi dai più.

Parto da un quartiere, il San Leonardo. Anche un rapido e distratto giro nei dintorni della stazione dà la forte sensazione che ci siano ferite da rimarginare. Un’amica mi faceva notare un dettaglio simpatico: il numero immenso di transenne presenti. Basta camminare da STU Stazione al WOPA. Accelerare diventa la parola d’ordine, anche con soluzioni temporanee.

Poi credo che sia il tempo dove la crescita si misura nella capacità di rigenerare ed adattarsi: su molte cose bisogna cambiare prospettiva.

Per primo un esempio pratico. spendere 8 milioni per la tangenziale di Corcagnano significa utilizzare risorse “straordinarie” con una mentalità che non segue una logica nuova.

Il secondo cambio di paradigma possibile riguarda gli edifici esistenti. Di questi tempi i Comuni non hanno abbastanza risorse per ristrutturare e gestire tutto: bisognerebbe aprire una grande stagione di demolizioni che permetta il recupero immediato di pezzi di città e programmare gli interventi a partire da una conoscenza complessiva del patrimonio comunale, ad esempio con la diagnosi sulle condizioni di efficienza energetica che oggi manca.

 

† Il Vangelo di Pietro, l’unico che descrive com’è avvenuta la resurrezione di Gesù (di Andrea Marsiletti)

 

Il terzo cambio di mentalità riguarda l’adattamento ai cambiamenti climatici. Tutti gli interventi devono tenere conto della necessità di rinverdimento e di compatibilità con eventi estremi: dai piccoli aggiustamenti in Pilotta, alle grandi richieste di espansione industriale.

Le infrastrutture. Ho apprezzato il passaggio del sindaco a Sant’ilario su questo. Credo che l’esercizio debba essere quello di lavorare sulla definizione del concetto. Per il futuro gli investimenti pubblici sull’abitare, l’implementazione della filovia, la ricostruzione di una gestione in-house dell’acqua possono essere infrastrutture più utili di una costosissima colata di cemento. Metto qui anche la capitale europea dei giovani. O saremo in grado di lasciare qualcosa che rimanga nel tempo, o anche gli eventi più interessanti lasceranno una generazione con l’amaro in bocca.

L’ultimo obiettivo deve essere quello di non fare inutilmente arrabbiare i cittadini. Esempio anche qui: i risultati della zona trenta a Bologna sono stati molto incoraggianti, anche sui dati dell’inquinamento. Seguiamo quella strada ed evitiamo di dividere la città in aree che dietro i colori verdi e blu nascondono una discriminazione sulla base del reddito.

Nuovo stadio Tardini. I ripetuti cambi all’interno del management del Parma Calcio pensi siano influenzati e influenzeranno l’iter della costruzione del nuovo stadio? A proposito, a che punto siamo?

Eh, direi che sta alla società battere la rimessa laterale in questo momento. Io ho sempre espresso la mia preferenza per una soluzione a stralci e per un progetto un po’ più modesto. Tuttavia, da una parte non penso che sia piena responsabilità del Comune fare delle scelte di carattere industriale; dall’altra, se io avessi una gelateria che funziona in un quartiere non la sposterei a decine di chilometri per tre anni e l’arredamento nuovo lo adeguerei alla sua storia. Su questo confido nelle ragioni del capitale.

L’aeroporto Verdi credi riuscirà mai a decollare?

Non lo so e spero che qualche volo passeggeri inizi ad arrivare. Allo stesso tempo sono convinto che non sia più il tempo di soldi pubblici per quel baraccone.

Cosa deve fare Manuel Marsico per decollare pure lui, e non rimanere in panchina nella classifica Top50?

Sto bene in panchina! Ci ho passato la maggior parte della mia magra carriera sportiva. Riduce le ansie personali e ce ne sono già troppe in giro.

Andrea Marsiletti