
Intervista a Priamo Bocchi, responsabile provinciale di Fratelli d’Italia, uno degli esponenti più importanti del partito di Giorgia Meloni a Parma.
Allora, il centrosinistra si sa cosa stia facendo in vista delle comunali di Parma (dialogo Pd-Effetto Parma, tavolo del centrosinistra, congresso cittadino del Pd…)… il centrodestra a che punto è? Che tempistica vi siete dati?
Il centrosinistra sta cercando di far “digerire” una smaccata operazione di potere, calata dall’alto, da Bologna, e orchestrata da Bonaccini: l’alleanza di Pizzarotti ed Effetto Parma col PD, per dieci anni all’opposizione dell’attuale amministrazione.
Da parte nostra stiamo lavorando per costruire una valida alternativa a questo progetto che rischia di soffocare la città con un abbraccio mortale: quello costituito dalla continuità della deludente amministrazione locale e dall’apparato del PD, egemone in regione. Fratelli d’Italia ha le idee chiare e si sta impegnando per allestire un programma valido e una lista forte, autorevole e aperta al contributo di esterni. Il nostro obiettivo primario ha un respiro assai più ampio del mero interesse particolare: vogliamo rilanciare Parma, restituirle una buona amministrazione, progettare un futuro all’altezza della propria storia.
Con gli alleati del centrodestra c’è un dialogo costante e collaborativo. Oggi siamo anche consapevoli di non essere più in posizione subalterna ma di essere altresì una componente trainante, imprescindibile della coalizione di centrodestra. I tempi sulla scelta del candidato sindaco sono quasi maturi. Stiamo discutendo tra di noi con un occhio attento ai movimenti in atto tra le diverse anime e figure civiche della città, desiderose di un rinnovamento: l’obiettivo è quello di aprirsi a loro, coinvolgerle al fine di allargare il perimetro della coalizione.
Con quali criteri il centrodestra pensa di selezionare il proprio candidato sindaco? La scelta di un candidato sindaco civico è la più accreditata?
Il criterio è uno solo: scegliere il percorso, la squadra e il “front man” migliori, in grado di rappresentare e interpretare meglio gli interessi reali dei parmigiani. Nelle sue considerazioni Fratelli d’Italia mette al primo posto Parma, non gli interessi di bottega o il proprio tornaconto. Riteniamo, poi, che vada evitata ogni operazione revanscista e ogni candidatura che facesse leva su singole, quantunque legittime, aspirazioni di riscatto personale. Non vogliamo affrontare una campagna elettorale con lo specchietto retrovisore bensì lanciare la sfida al futuro: con persone nuove, fresche e non compromesse col passato.
L’ex sindaco Vignali è molto attivo in questi mesi. Pensi che si candiderà a sindaco in alternativa al centrodestra o alla fine troverete un accordo?
Vignali è indubbiamente molto attivo e pare stia conducendo la propria campagna elettorale con grande slancio. Tuttavia rischia di essere una sorta di minestra riscaldata che porterebbe la città ad affrontare una campagna elettorale da torcicollo, tutta rivolta ad una stagione passata che ognuno può assolvere o condannare ma che sarebbe opportuno archiviare. Comprendo bene il suo desiderio di rivalsa personale ma io confido che alla fine l’ex sindaco Vignali decida di fare un passo indietro, desistendo dal presentare la propria candidatura senza tuttavia rinunciare ad offrire, lui che conosce così bene la città e la macchina amministrativa, un contributo di idee e di partecipazione.

Quali credi saranno i temi della campagna elettorale 2022?
Innanzitutto i temi maggiormente trascurati da Pizzarotti e compagnia in questi dieci anni, quelli nei quali si sono rivelati maggiormente assenti e deficitari: sicurezza, degrado, cura e manutenzione del verde, decoro urbano, rilancio del centro storico, oggi brutto, desertificato e pericoloso. Tutta quella “ginnastica quotidiana”, insomma, che è mancata in questi due mandati contrassegnati da tanta fuffa ideologica e politicamente corretta ma poca concretezza e amore per la città.
Poi c’è il grande tema delle infrastrutture, che vede Parma assolutamente deficitaria, quello di un welfare da riorganizzare con una maggiore attenzione alle famiglie e ai disabili per esempio, di un impegno a difesa dell’ambiente che non sia mero ambientalismo ideologico e dogmatico; ci sono inoltre i temi dell’edilizia sociale e dell’emergenza abitativa, dei giovani, del recupero e riqualificazione delle frazioni e la loro connessione al tessuto urbano, del rilancio del commercio, della rigenerazione urbana nelle periferie, dell’esigenza di ricostruire una adeguata programmazione culturale che sia finalmente all’altezza di una capitale della cultura e dell’arte quale è Parma. Senza dimenticare tre questioni oggetto di polemiche e che muovono le suggestioni dei cittadini: stadio, aeroporto e parco della Cittadella. Più in generale Parma dovrà affrancarsi dai condizionamenti e liberarsi dalla stretta imposta da quella matrigna che per Parma è la regione Emilia Romagna. Un’altra sfida cruciale per i nuovi amministratori sarà rappresentata dalla gestione dei fondi del PNRR: una opportunità che bisognerà saper cogliere e gestire.
Per il centrodestra credi possa essere più “pericoloso” un candidato del Pd o di Effetto Parma?
Sono convinto che la sfida elettorale si risolverà comunque al secondo turno e che qualora passasse l’accordo forzato tra PD ed Effetto Parma, esso creerà diffuso e inevitabile malcontento lasciando sul terreno del centrosinistra parecchie scorie. Non saprei dire quale per noi sarebbe l’avversario più scomodo e difficile da battere: forse quello che risulterà in minore continuità con l’attuale amministrazione della quale abbiamo un pessimo giudizio, suffragato peraltro dalla realtà. In ogni caso auspichiamo una campagna elettorale corretta, tutta imperniata sui contenuti e condotta con spirito cavalleresco.
Andrea Marsiletti