Reportage Belfast p7 – La ragazza dell’IRA con l’AR18 in mano: amore e resistenza al femminile (di Andrea Marsiletti)

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REPORTAGE BELFAST – Irlanda del Nord, 1972.

Si combatte tra le strade di Belfast, soprattutto lungo le strade di confine tra i quartieri cattolici irlandesi e quelli protestanti leali all’occupante inglese.

Un militante dell’IRA cade a terra ferito da un colpo di pistola sparato da un soldato dell’esercito britannico.

La sua ragazza imbraccia il fucile d’assalto AR18 del suo compagno, conosciuto all’interno del gruppo paramilitare irlandese come “the Widowmaker“, ovvero “creatore di Vedove“, nell’allusione di fucile sterminatore di uomini.

Una fotografia attribuita al fotografo irlandese Colman Doyle mitizza la giovane mentre affronta i soldati della Regina, fino alla morte.

Grazie al sacrificio della sua ragazza, l’uomo riuscì a essere trasferito in un luogo sicuro e a salvarsi la vita.

Un amore per il suo compagno pari solo per intensità a quello per la libertà e per l’Irlanda. Come quello di Grace Gifford.

Quando il comandante del battaglione inglese scoprì di aver lottato contro una donna, in onore del suo coraggio ordinò ai suoi soldati di non toccare il corpo e consentire agli irlandesi di seppellirlo nel cimitero cattolico di Miltown.

La foto è stata scelta come simbolo per la festa della donna in Irlanda, abbinata alla frase: “Non aver paura di legarti con una donna forte. Può arrivare il giorno in cui lei sarà il tuo unico esercito.”

La giovane con l’AR18 divenne un’icona della resistenza dell’IRA e, come accade per tutte le leggende, la verità si mischiò presto con la propaganda.

Ai tempi del troubles moltissime donne si arruolarono nelle file dei movimenti armati che lottavano per l’indipendenza. All’inizio svolsero ruoli di supporto quali nascondere armi, trasmettere informazioni, tenere i collegamenti con gli uomini in carcere. Col procedere del conflitto le combattenti arrivarono a occupare gli stessi incarichi degli uomini. In particolare furono spesso incaricate di piazzare ordigni esplosivi in luoghi sensibili. Molto noto divenne l’espediente di nasconderli all’interno dei passeggini per aggirare i controlli dell’esercito britannico.

Le donne dell’IRA, immortalate con mitra, passamontagna e gonna, portarono avanti la battaglia di genere all’interno della battaglia per l’indipendenza.

Una mix detonante, come quella di una bomba.

Andrea Marsiletti


REPORTAGE BELFAST (di Andrea Marsiletti)

p1: La lotta dipinta sui muri di Belfast. FOTO

p2: Cancelli e filo spinato: il muro che divide Belfast è ancora in piedi. FOTO

p3: Il mio incontro ravvicinato con un combattente dell’IRA. FOTO

p4. Reportage Belfast – L’apparizione di un monastero di clausura nell’epicentro dell’IRA a Falls road. FOTO

p5. Reportage Belfast – Una birra nel pub dell’IRA. FOTO

p6. Reportage Belfast p6 – Grace, un’esecuzione capitale diventa una dolcissima ballata d’amore

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