Federica Ubaldi si è lanciata!
Ha chiamato a raccolta i parmigiani sotto le insegne di “ChiAma Parma” di cui lei al momento non è candidata sindaca di Parma ma promotrice insieme al movimento civico di Civiltà Parmigiana.
E così, con metodo, da qualche settimana esce sui media rivolgendo critiche all’Amministrazione comunale e avanzando proposte, per ora la più rilevante quella della revisione del sistema di raccolta dei rifiuti porta a porta.
La domanda che si sta ponendo il ceto politico è se Ubaldi abbia fatto bene o male a partire con un anticipo di un anno e mezzo rispetto alla scadenza elettorale delle comunali.
Sicuramente ha fatto bene. Presentarsi a gruppi, associazioni, imprese, enti, semplici cittadini richiede tempo. In un periodo storico come quello che stiamo vivendo nel quale l’appartenenza politica è sempre meno convinta e il non voto dilaga, la conoscenza personale è decisiva. Questo vale ancora di più nei piccoli comuni, ma anche in quelli delle dimensioni di Parma.
Le candidature che all’ultimo minuto buttano fuori tre paginette di programma e si nascondono dietro i simboli di partito sono sempre perdenti.
Il centrodestra di Parma è maestro in questa improvvisazione elettorale, perchè nessuno di loro abbozza in anticipo un percorso o una candidatura, nè costruisce una strategia reale, e rimangono tutti in attesa della decisione dall’alto che in un tavolo compensativo gestito dai segretari nazionali dei partiti porta spesso all’individuazione dei nomi a poche settimane dal voto. Faccio quindi fatica a immaginare un ruolo trainante dei partiti di centrodestra locali.
Poi c’è la variabile Pietro Vignali, il più votato alle regionali con più di 5.000 preferenze, tantissime, ma non determinati (6%) per la vittoria finale se inserite nel contesto degli 80-90.000 votanti in città. E poi bisogna chiedersi di queste 5.000 preferenze quanti siano già voti organici al centrodestra e quanti raccolti, come valore aggiunto, nel campo avversario. In altre parole, se esista un elettorato di centrosinistra che vota Vignali. Io ho qualche dubbio.
A un fantomatico candidato sindaco professionista o imprenditore battezzato da Vignali a due mesi dal voto, ammesso lo trovino, non do nessuna possibilità di vincere contro Michele Guerra. E’ un epilogo già scritto.
Tre dati cittadini, i più recenti: al ballottaggio delle comunali 2022 Guerra ha raccolto il 67% dei voti contro il 33% di Vignali; alle politiche del 2022 i partiti del centrodestra hanno preso 37%, alle regionali del 2024 il 41%. E’ nelle cose, nei numeri, che il centrodestra o sarà capace di allargare il proprio perimetro o perderà le comunali di Parma. Perchè confidare che una quota importante di elettorato di centrosinistra sia scontenta di Guerra, e così scontenta da votare una coalizione di centrodestra, mi pare una speranza troppo speranzosa. Anche perchè Guerra porterà un suo consenso personale aggiuntivo che è storicamente insito in ogni sindaco uscente e in lui ancora più alto.
Federica Ubaldi può raccogliere voti un pò dappertutto alla guida di una lista autenticamente civica, e se così “candida” e “immacolata” riuscisse ad arrivare al ballottaggio, a quel punto per Guerra sarebbe un grosso problema, il più grosso dei problemi: la donna contro l’uomo, il civismo contro il centrosinistra (in tutti i ballottaggi di Parma ha vinto il civismo), la novità contro il sindaco uscente…
Ma oggi appare assai difficile che Federica Ubaldi riesca ad andare al ballottaggio contro le coalizione di centrodestra e di centrosinistra. Neppure suo padre ci riuscì, e per vincere dovette allearsi ai partiti di centrodestra di Forza Italia (all’epoca al 30%) e dell’Udc.
Quindi?
Non sono in grado di prevedere il futuro, e tantomeno voglio farlo, visto che la categoria dei falsi profeti, maghi e indovini è tra le più disprezzate da colui che ha sempre respinto ogni potere che non venga da Dio.
Manca ancora un anno e mezzo alle elezioni, e qualcosa potrebbe cambiare, soprattutto a livello nazionale.
Ma a livello locale non mi aspetto nomi nuovi.
Ripeto, questa è una valutazione, non una previsione del futuro, per carità di Dio!
Andrea Marsiletti