Nella serata di venerdì 19 ottobre a Felino, in una sala Amoretti gremita, è stato celebrato il 110° anniversario dello Sciopero Agrario del 1908. L’iniziativa, a conclusione della rassegna intitolata “I bambini dello sciopero agrario del 1908”, ha seguito la proiezione, altrettanto partecipata, del film “Il giovane Carlo Marx”, organizzata dal Comune di Felino con la collaborazione della Cgil Camera del Lavoro di Parma e le adesioni di Anpi e Anppia provinciali. Alla serata sullo sciopero agrario del 1908 sono intervenuti esperti e storici per ricostruire gli eventi e raccontarli al numeroso pubblico presente in sala.
Introducendo il dibattito, il Sindaco di Felino Elisa Leoni ha ricordato come tutto sia iniziato con una fotografia, ritrovata in Municipio, che ritrae un gruppo di bambine e bambini in posa con altre persone dinanzi agli stendardi della Camera del Lavoro di Livorno, succursale di Pontedera. Tra quei bambini, inviati al sicuro dalla fame e dagli eventi durante lo Sciopero agrario del 1908, vi sono piccoli felinesi, accolti da attivisti del sindacato di Pontedera.
“La condivisione di questa fotografia coi felinesi di oggi è un’occasione per riprendere un avvenimento storico da non dimenticare e per ricordare la solidarietà dimostrata dalle famiglie di Pontedera che hanno accolto i piccoli felinesi; questa fotografia è il simbolo di una memoria utile per agire nell’attualità”, ha affermato la Leoni.
Raffaele Tagliani, segretario della Camera del Lavoro della zona Langhirano e Collecchio, ha invece ricordato l’importanza di quell’avvenimento per lo spirito di resistenza e di solidarietà che lo contraddistinse: “nessuno si piegò – ha spiegato Tagliani – anche a costo di andarsene, perché licenziato o sfrattato, e anche a costo di far migrare i propri figli. Importantissimo il ruolo delle donne, che furono sempre in prima fila nelle iniziative sindacali e di resistenza”.
Andrea Rizzi, sindacalista CGIL, con l’ausilio di diapositive con foto dell’epoca e documenti ritrovati nell’archivio Comunale di Felino, ha descritto gli avvenimenti dello sciopero agrario, in particolare gli episodi avvenuti a Felino, “come parte di un tutto, contraddistinto da un generale movimento verso l’esterno, con una vera e propria migrazione, ma anche da un movimento interno, rappresentato nelle azioni di resistenza che contrapponevano scioperanti e crumiri, provenienti da altrove, e reparti della cavalleria e dei carabinieri”. Partendo dal 1903 e raccontando la nascita del movimento sindacale a Felino, capace di uno sciopero generale locale già nel 1906, Rizzi arriva allo sciopero del 1908 che vide Felino e le sue frazioni in prima fila, sia nell’imponente adesione allo sciopero, sia per la veemente forza organizzata degli agrari. I numeri complessivi furono & nbsp;oltre 6000 lavoratori e 3000 bambini che si mossero prima e durante lo sciopero, cui vanno aggiunti tutti coloro che persero lavoro e casa dopo la fine dello sciopero e se ne andarono.
A proposito della foto ritrovata, Rizzi precisa che sono stati per ora “identificati” due bambini di San Michele Tiorre che stettero a Pontedera per alcuni anni.
Nel racconto storico di Rizzi emerge poi la figura del Sindaco del tempo, strenuo sostenitore dell’Associazione Agraria e “protettore” dei crumiri, tanto da chiedere la presenza dell’esercito e dei carabinieri ed addirittura mettere a disposizione l’automobile del Comune per trasportarli.
Per il sindacalista CGIL, l’evento dello sciopero agrario di Felino va ricordato “sia per la grande solidarietà e resistenza delle lavoratrici e dei lavoratori di Parma che per le vicissitudini di quel sindacato che vide tutti i suoi dirigenti arrestati, processati ed assolti, dopo ben 9 mesi di prigione”. “La memoria di quello che accadde nel 1908 – ha aggiunto Rizzi – deve essere coscienza di quanto, felinesi e parmigiani, furono a loro tempo migranti e di come furono generosamente accolti: deve essere coscienza ed esempio per leggere e affrontare il nostro presente”
Roberto Spocci, Presidente ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti) e storico, ha sottolineato l’entità di quanto accaduto, la violenza esercitata da volontari e liberi lavoratori armati, cui gli scioperanti risposero con la fermezza e sempre nella legalità, salvo poi essere arrestati o picchiati. Lo stesso volantino che annunciava la mobilitazione per l’arrivo di centinaia di liberi lavoratori alla Stazione – diffuso il giorno dei tumulti che a Parma portarono poi all’occupazione militare della Camera del lavoro tra barricate, sassaiole e cariche di cavalleria – e che portò all’arresto di oltre 100 persone presenti in quel momento, non fu mai rivendicato da alcun sindacalista e potrebbe essere stata una provocazione. “Quei fatti – sottolinea Spocci – ebbero un’eco mondiale e occorre continuare a ricordarli, ricordando anc he l’importanza dei canti con cui allora si diffondeva il messaggio di emancipazione e di lotta”.
Il professor Gino Reggiani, che su quegli avvenimenti ha incentrato una tesi e che ha partecipato a convegni e pubblicazioni sullo sciopero e le organizzazioni sindacali del primo novecento, in occasione della serata in Sala Civica ha rievocato lo sciopero agrario alla luce del sindacalismo rivoluzionario che in De Ambris aveva un leader e nella Camera del Lavoro di Parma una capitale. Come afferma lo storico e studioso Reggiani, “quanto accadde il 20 di giugno, con le provocazioni gli scontri e gli arresti, rimase nel ricordo di Parma per molto tempo”.
Al termine degli interventi il pubblico è intervenuto con domande e considerazioni. Concludendo il Sindaco Leoni ha sottolineato che “dopo aver cercato chi partì ricostruendo le identità dei bambini ritratti nella foto ritrovata, sarà interessante cercare chi li accolse e, pertanto, il racconto di quella fotografia non è finito”.