
TeoDaily – Oggi la festa di Pasqua non importa a nessuno.
Mentre il Natale, che parte nei supermercati due mesi prima, riesce ancora coinvolgere per la sua atmosfera artefatta al marzapane, per la retorica della famiglia felice che ostenta unità sui social anche se sbrindellata per tutto il resto dell’anno, per il popolino cattolico e ateo che si sente più buono, Pasqua non è neppure percepita come un passaggio religioso.
L’unico pensiero sulla Pasqua è rivolto al meteo per poter fare l’agognato weekend al mare o ai monti o la grigliata, o al calcolo di quante giornate di ferie bisogna chiedere per inanellare il mega ponte che ci porterà oltre il 1 maggio, passando per il 25 aprile.
E pensare che senza la Pasqua, ovvero la resurrezione del Signore, la religione cattolica crollerebbe e Gesù sarebbe stato solo un predicatore sconfitto appeso in croce (“Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede” scrive Paolo nella prima lettera ai Corinzi).
Un sondaggio commissionato in Francia dal settimanale cattolico “Le Pélerin” (Il Pellegrino) rivela che solo il 13% dei cattolici crede nella risurrezione. Per gli altri è un simbolo, una metafora, un espediente letterario. Immagino che quella percentuale non sia molto diversa in Italia.
La resurrezione di Gesù non sarà mai un fatto dimostrabile (nessuna l’ha filmata con uno smartphone), ma è plausibile, credibile, comprensibile, ragionevole.
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Si aderisce alla resurrezione con un atto di fede, certo, ma la tradizione cattolica, fin dall’inizio, ha rigettato il cosiddetto fideismo, che è la volontà di credere contro la ragione. “Credo quia absurdum” (credo perché è assurdo) non è la formula che interpreta la fede cattolica. Dio non è assurdo, semmai è mistero.
Se partiamo dai fatti oggi accettati dalla quasi totalità degli storici (nella Palestina di 2000 anni fa è nato un uomo chiamato Gesù, Gesù è vissuto a Nazareth, Gesù ha predicato e aveva dei discepoli, Gesù è stato arrestato ed è morto in croce, i suoi discepoli dichiarano di averlo visto e toccato da risorto), l’effettiva resurrezione di Gesù è la spiegazione (in molteplice attestazione, elemento quest’ultimo di prioritaria importanza per il metodo storiografico) che più di tutte le altre tiene insieme questi fatti storici, senza dover introdurre ipotesi non presenti nei testi, siano essi canonici, apocrifi, ebrei e romani.
Del resto, perchè mai gli apostoli e discepoli di Gesù che hanno predicato di aver visto il Risorto, avrebbero scelto il martirio per proclamare una menzogna, quando sarebbe stato sufficiente abiurare per salvarsi dal supplizio? Che interesse avevano questi uomini a lasciare tutto quello che possedevano per andare in giro per il mondo a morire per un’invenzione da loro stessi costruita? Nessun interesse. Non avrebbe alcun senso logico.
Tutte le altre ipotesi contrapposte nei secoli (Gesù sopravvissuto in croce, un sosia morto al suo posto, furto di cadavere, allucinazione collettiva – oggi la più diffusa – etc) sono meno credibili, molto meno credibili della resurrezione.
Riflettiamoci.
Buona Pasqua!