L’architetto a Parma. Il progetto e la città. Intervista a Dario Costi

SMA MODENA
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Il prossimo 5 Giugno l’Università di Parma con il Complesso Monumentale della Pilotta, il CNA Consiglio Nazionale degli Architetti, L’Ordine degli architetti di Parma ha organizzato la presentazione de L’architetto, la storica rivista rifondata dall’ex direttore di Domus da Nicola Di Battista ed edita dalle edizioni Comunità di Olivetti. Cosa ci può dire di questa presentazione?

Nicola Di Battista ha avviato una grande operazione di rilancio della cultura architettonica italiana con uno strumento editoriale di grande livello pensato per la diffusione capillare ai professionisti iscritti all’Ordine.
Era venuto a Parma per Parma Città Futura e si era molto appassionato al nostro lavoro. Ci aveva detto una frase che non scorderò mai: “L’Italia è piena di gente che fa finta di fare le cose. Il vostro problema è che voi volete farle davvero!”. Era un complimento ma anche un avvertimento. Dando seguito a questa sua valutazione abbiamo pensato a questo incontro come un dibattito aperto alla società civile.

Il pomeriggio è suddiviso in due parti: una prima sul tema del progetto ed una seconda su Parma. Cosa si aspetta da questi due momenti?

Abbiamo invitato grandi architetti italiani e docenti nelle Università di Venezia Firenze e Palermo per discutere sul ruolo che il progetto architettonico potrà avere in Italia. La rivista si impegno su questo tema con particolare intensità con una serie di rubriche e approfondimenti. Mi sembra che lo spirito sia quello di mettere in moto una generale azione di presa di coscienza del valore culturale e civile della professione di architetto. Un obiettivo davvero centrale per le nostre città e per il mestiere. Poi c’è la parte su Parma che ho avuto l’onore di curare all’interno della rassegna 100 città d’Italia.

Che ruolo gioca Parma tra le 100 città d’Italia?

La rassegna vede una serie di autorevoli contributi (negli altri numeri degli economisti della cultura Sacco su Siena a Baia Curioni su Mantova) che ragionano sulle prospettive delle città italiane che stanno attivando nuove prospettive collegate ad iniziative culturali o alle candidature come quella di capitale della cultura. Inquadreremo la nostra città nel contesto complessivo delle città italiane. Ma poi approfondiremo le questioni di Parma che ha grandi potenzialità ancora non espresse al massimo e potrebbe mettere a sistema molto meglio il proprio patrimonio.

Cosa può fare Parma per mettere in valore la propria dote storica ed artistica?

Quando parlo del futuro della memoria riscontro i rischi e le opportunità che stiamo vivendo. Tra le altre cose parlo dell’importanza di fare azioni strategiche e non episodiche nell’occasione di Parma 2020. Ne discuteremo mercoledì per attivare quel dibattito pubblico e quel coinvolgimento della società civile che è davvero necessario per trasformare una occasione nazionale in una sfida collettiva che produca esiti duraturi e permanenti. Ne cito solo alcuni. La Pilotta da poco divenuta Complesso monumentale e la Musica col Festival Verdi definiscono due ambiti privilegiati su cui investire in maniere strategica e trasversale. Il Monastero di San Paolo è poi oggetto di una progettualità e di interventi che la città vuole conoscere e che spero presto potranno essere presentati. Su questi temi più che sulle singole iniziative temporanee si giocherà la sfida strutturale di una crescita di rango della città al livello delle capitali europee. PrD