
15/02/2011
h.09.30
Anni ’80. Oggi inizia il Fetival di Sanremo. Difficile pensare una canzone che negli anni ’80 ha identificato questa manifetazione canora più de “L’italiano” di Toto Cutugno, dalla strofa eterna del « Buongiorno, Italia con gli spaghetti al dente, e un partigiano come presidente »
L’italiano uscì nel 1983 e divenne immediatamente una canzone famosa in tutto il mondo, sebbene quell’edizione del Festival fu vinta da Tiziana Rivale con “Sarà quel che sarà”. Cutugno, acclamato dal pubblico dell’Ariston durante la proclamazione dei vincitori, si consolò con la vittoria assegnatagli dagli italiani da casa con il concorso Totip “Cantanti e vincenti”.
La canzone, la cui composizione risale al novembre del 1981, inizialmente era stata pensata per Adriano Celentano, ma l’anno successivo il cantante milanese non accettò di inciderla.
L’ipotesi, ventilata dagli addetti ai lavori, secondo cui il brano sarebbe stato scritto all’indomani della vittoria della nazionale italiana ai Mondiali di calcio in Spagna del 1982, fu smentita dallo stesso Toto Cutugno.
La canzone parla di vizi, virtù e stereotipi del “Bel Paese “, un Paese a cui vengono imputati, ad esempio, un eccessivo americanismo (si dice: con troppa America sui manifesti) e, forse, anche una crescente crisi di vocazione religiosa oppure una certa “disinvoltura” a livello sessuale (queste potrebbero essere le interpretazioni della frase con più donne sempre meno suore… ma sarà poi vero???? mah!), ma pur sempre un Paese al quale si è fieri di appartenere, tanto da voler esprimere in canzone tale orgoglio patriottico.
Nel testo, vi sono, tra l’altro, riferimenti alla religione cristiana (oltre a parlare di “donne sempre meno suore”, vi è una sorta di invocazione a Dio) e alla passione degli italiani per il calcio (si parla della moviola della domenica e di una bandiera da portare in tintoria)…
Andrea Marsiletti