
24/06/2011
h.15.50
Nel primo pomeriggio di oggi si sono tenute due conferenze stampa. La prima convocata dal sindaco Vignali, la seconda dall’opposizione, entrambe incentrate sulla vicenda degli 11 arresti di questa mattina.
“I fatti emersi oggi sono oggettivamente molto seri e molto preoccupanti. In attesa dell’evolversi delle indagini della magistratura, verso la quale ribadiamo assoluta fiducia, abbiamo ritenuto atto evidente e conseguente sospendere i dirigenti coinvolti e dare mandato a un avvocato per accertare eventuali danni contro l’Amministrazione. Siamo convinti che la magistratura farà piena luce sui fatti”.
Lo ha annunciato il sindaco di Parma Pietro Vignali alla luce degli arresti di questa mattina di alcuni dirigenti del Comune di Parma. L’accaduto avrà conseguenze per l’Amministrazione?
“I fatti imputati sono strettamente personali. Quando nel giugno 2010 si è aperta la vicenda delle tangenti del verde pubblico abbiamo avviato un’indagine amministrativa interna che ha evidenziato irregolarità nella gestione del Global Service del verde. Di conseguenza abbiamo cambiato il dirigente del Global, abbiamo rivisto il sistema del verde e riappaltato il Global.
Ed è da un anno che abbiamo contestato e sospeso le fatture del Global, perché non soddisfatti del servizio. Quelli che abbiamo presi sono stati gli unici provvedimenti amministrativi che potevamo prendere, noi non abbiamo gli stessi strumenti della magistratura e della Guardia di Finanza. I fatti emersi oggi sono oggettivamente preoccupanti. Per questo abbiamo dato mandato a un avvocato affinché tuteli l’Ente da eventuali danni subiti e abbiamo deciso di sospendere i dirigenti”.
E alla minoranza a che chiede le sue dimissioni? “Un anno fa, ai tempi della vicenda Tep – banca Mb, mi era stato chiesto di dimettermi. Proprio oggi i soldi sono rientrati e con un interesse al 3%. Se mi fossi dimesso un anno fa avrei fatto uno sbaglio. Non vedo la ragione per cui dovrei dimettermi, tra l’altro, per responsabilità personali di altri, di cui non sapevamo niente”.
Non avete mai avuto nessun sospetto? I dirigenti coinvolti erano suoi stretti collaboratori… “No, nessun sospetto. Io non ho nominato solo i due dirigenti coinvolti, ne ho nominato circa una ventina.. Diventa difficile per un sindaco conoscere tutto quello che fa un dirigente. Ed è impossibile essere a conoscenza degli avvenimenti cui hanno parlato la magistratura e la Guardia di Finanza, perché, lo ripeto, non disponiamo degli stessi strumenti per accertare i fatti. Noi abbiamo fatto, ai tempi, quanto era in nostra facoltà come Amministrazione”.
Di diversa linea i consiglieri d’opposizione Pagliari, Guarnieri e Ablondi: “Questa amministrazione ha perso ogni credibilità. Siamo di fronte a un malaffare che noi abbiamo denunciato da tempo e i fatti ci hanno dato ragione, sebbene ci accusassero di catastrofismo e terrorismo politico. Anche se le responsabilità giuridiche sono personali, politicamente le dimissioni del sindaco sono dovute. La città non può permettersi un altro anno con questa amministrazione”.
Le stesse accuse il capogruppo PD Pagliari le ha ribadite durante il Consiglio comunale. Sempre durante il Consiglio qualche spettatore ha gridato “dimissioni” mentre fuori dal Municipio circa 200 persone si sono radunate per protestare contro l’Amministrazione.
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24/06/2011
h.12.30
Questa mattina sono state arrestate undici persone nell’ambito dell’operazione Green Money per presunte tangenti nell’ambito del verde pubblico.
Le complesse indagini già avviate, su iniziativa degli uomini delle Fiamme Gialle di Parma, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica (P.M. dr.ssa Paola Dal Monte), allo scopo di verificare la correttezza degli appalti in materia di realizzazione di opere di manutenzione ordinaria e straordinaria del verde pubblico della città, sono proseguite portando alla ulteriore ricostruzione del giro vorticoso di interessi privati soddisfatti attingendo o meglio depauperando ingenti risorse pubbliche destinate ai servizi ed al benessere dei cittadini.
L’attività, svolta nel massimo riserbo, anche con l’ausilio di indagini tecniche, ha consentito di raccogliere ulteriori, ficcanti ed inconfutabili prove su numerosi episodi di corruzione, per importi di diverse migliaia di euro, in relazione ad opere pubbliche, di manutenzione del verde pubblico, assegnate, dietro pagamento di tangenti ad imprenditori locali compiacenti.
Emerge la sorprendente propensione a delinquere dei Dirigenti coinvolti che, addirittura, porta alla costituzione di società al solo fine di creare i soggetti economici in grado di contrarre con la pubblica amministrazione e su cui convogliare i flussi di denaro pubblico che venivano gestiti in ragione del proprio rilevante incarico.
Questa mattina sono state arrestate undici persone nell’ambito dell’operazione Green Money per presunte tangenti nell’ambito del verde pubblico.
Quello che emerge è un quadro di diffuso e cronico dissipamento delle pubbliche risorse a vantaggio di pubblici dirigenti che avevano organizzato il proprio pubblico operare al solo fine di trarre il maggior vantaggio possibile. In tale situazione chi ha avuto il maggior danno è la collettività cittadina e non solo quella umana, ma anche quella felina e canina, anche loro trasformati da soggetti degni di tutela a pretesto per arricchimento illecito. Sono state eseguite numerose perquisizioni presso gli uffici e le abitazioni degli indagati.
La Finanza sta eseguendo ispezioni presso gli uffici del Municipio e del Duc.
Coinvolti negli arresti il comandante della polizia municipale Jacobazzi, Carlo Iacovini (responsabile del progetto Zero Emission City ed ex dirigente del Comune), Emanuele Moruzzi (dirigente del settore Ambiente), il direttore generale di Iren a Parma Mauro Bertoli, il presidente di Engioi Ernesto Balisciano, il presidente e il vice di Student work service Gian Vittorio Andreaus e Tommaso Mori, gli imprenditori Gianluca Facini, Norberto Mangiarotti, Alessandro Forni e l’investigatore privato Giuseppe Lupacchini. Durante la conferenza stampa della Guardia di Finanza il procuratore capo Gerardo Laguardia ha affermato che in città c’era un clima di corruzione diffusa e che l’inchiesta non è ancora conclusa.