L’ospedale Maggiore di Parma sempre più “verde” con il nuovo impianto di tri-generazione

L'impianto installato taglia i costi (oltre 1 milione e 800 mila euro la stima di risparmio per il 2017) e immette 3.824 tonnellate in meno di CO2 all'anno in atmosfera. 4milioni 200mila euro il costo dell'intervento

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Produce non solo energia elettrica, ma anche termica per riscaldare aria e acqua e, quando necessario, energia “frigorifera” per refrigerare gli ambienti. Con un consistente risparmio dal punto di vista energetico e un minore impatto sull’ambiente. È l’impianto di tri-generazione dell’ospedale Maggiore di Parma, inaugurato oggi alla presenza dell’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi.

“L’ospedale, in sé, è un sistema complesso dal punto di vista energetico, perché richiede una continuità assoluta per la fornitura e la copertura dei fabbisogni. Per questo- ha sottolineato l’assessore-, attraverso interventi strutturali e impiantistici su diverse strutture ospedaliere, in Emilia-Romagna si sono avviati percorsi significativi di efficientamento energetico. Anche per l’ospedale Maggiore di Parma, che si configura nell’ambito della rete regionale come ospedale di eccellenza, è stato realizzato un impianto di tri-generazione. Una risorsa preziosa- ha aggiunto Venturi- che garantisce massimo rendimento, risparmio economico e rispetto dell’ambiente, e che contribuisce a rendere il Maggiore ancora più all’avanguardia”.

L’impianto installato consente di produrre energia elettrica per una copertura dei fabbisogni del 47,9%, energia termica per una copertura del 34,3% ed energia frigorifera per una copertura dell’11,6%. Il progetto ha avuto inizio nel 2012 con l’aggiudicazione dell’appalto; i lavori sono partiti nel 2014 e sono stati realizzati senza interferire con l’attività sanitaria dell’ospedale. Il costo complessivo dell’intervento, a carico dell’Azienda ospedaliera, è stato di 4 milioni e 200mila euro.

Da un punto di vista energetico, l’impianto di tri-generazione permette un risparmio di energia pari al 9% circa rispetto a un modello tradizionale, che corrisponde in termini economici a 1.830.000 euro l’anno (stima per il 2017). Oltre ai vantaggi finanziari, ci sono quelli a livello ambientale: la struttura immette 3.824 tonnellate in meno di anidride carbonica all’anno in atmosfera. Un dato, questo, che equivale alla dismissione di circa 800 caldaie a uso domestico.