
26/10/2012
ParmaGaily, la finestra sul mondo gay, lesbo, trans e bisex di Parma.
L’approvazione del registro delle unioni civili di oggi è solo un primo e piccolo passo per il raggiungimento dell’uguaglianza dei diritti. Compito ora della Giunta Comunale e di tutta l’Amministrazione sarà trasformare i principii approvati in provvedimenti di inclusione. Tutti i regolamenti che normano i servizi e benefici comunali dovranno essere modificati per garantirel’accesso anche a chi si unirà civilmente.
Ma la strada per la piena uguaglianza di tutti i cittadini è ancora lunga… Facciamo nostre le parole del sindaco di New York Bloomberg “nella nostra democrazia la quasi uguaglianza non è uguaglianza” per continuare il cammino verso la piena parità di diritti e sapendo di essere nel giusto. Solo l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge e l’accesso per tutti agli istituti giuridici oggi esistenti esaurirà la nostra lotta.
E l’uguaglianza quindi per noi è accesso per tutti all’istituto del matrimonio, è l’approvazione in Parlamento del matrimonio omosessuale. Siamo sereni nel confidare che non sia una questione di se ma solo una questione di quando avverrà.
Luca Marola
Associazione Radicale Certi Diritti
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“Le Unioni civili e i relativi registri non servono e rischiano solo di creare confusione su un istituto giuridico di grande valore sociale, forse il più importante che ci sia, com’é il matrimonio. Altra cosa sono ovviamente i diritti individuali, che vanno difesi e accresciuti in un ottica di assoluto rispetto per la libertà di tutti noi. Il Comune di Parma, dunque, si occupi delle tante emergenze che non vengono affrontate e non pensi di muoversi fuori dal tracciato segnato dalle leggi dello Stato e, soprattutto, dalla Costituzione”. Lo dichiara il Responsabile Enti locali e Capogruppo dell’Udc in Commissione Affari costituzionali alla Camera, Mauro Libé, deputato di Parma.
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Premessa: sono fermamente convinto che debbano essere riconosciuti i diritti delle persone rispetto alle proprie scelte affettive, senza discriminazione alcuna.
A fronte della approvazione del Consiglio Comunale (con maggioranza bulgara: 30 sì, 2 no) per l’istituzione a Parma del registro sulle unioni civili, mi sorgono tuttavia spontanee alcune considerazioni e, in particolare, alcuni quesiti:
1) A Parma, le delibere della precedente Giunta rispetto agli accessi ai vari benefici (tra cui il Quoziente Parma) prevedono che beneficiaria sia la famiglia anagrafica (quindi, anche le famiglie di fatto). Molte coppie con figli hanno interesse a non sposarsi e, soprattutto, evitano di dichiarare di convivere insieme, per evitare un cumulo dei redditi che toglierebbe loro dei benefici in termini di pagamenti di rette o altre assistenze. Siamo a conoscenza di casi di ‘finte separazioni’ finalizzate ad ottenere significativi risparmi economici. Come se non bastasse, il tar del Veneto, con una sentenza fortemente discriminatoria rispetto alle coppie sposate, ha riconosciuto che le coppie non ufficialmente sposate possano godere di rette ridotte (http://www.famiglienumerose.org/news.php?idnews=9085). Visto anche che nelle città dove è stato finora istituito il registro delle unioni civili, le adesioni sono state praticamente inesistenti, la domanda è: era proprio necessario istituire questo registro?
2) La famiglia fondata sul matrimonio è riconosciuta come tale dall’art. 29 della Costituzione. Con il matrimonio (a differenza delle coppie di fatto), la coppia si assume degli obblighi e dei doveri. E’ corretto riconoscere gli stessi diritti della famiglia fondata sul matrimonio (civile o religioso) anche alle coppie che non si assumono questi obblighi e questi doveri?
3) A fronte delle difficoltà quotidiane che vivono le famiglie, in particolare quelle con figli; a fronte delle discriminazioni che vive oggi la famiglia con figli in Italia rispetto a quelle delle altre nazioni; a fronte del progressivo invecchiamento della popolazione e della sempre minore propensione degli italiani a fare figli (con un indice di natalità di 1,4 figli per donna contro i 2.0 della Francia), che già diversi studiosi indicano come una delle cause del nostro declino economico, la terza domanda è: non era forse più prioritario prevedere prima degli interventi a favore della famiglia in generale, a cominciare da quelle con figli?
Mi rendo conto che i consiglieri che hanno votato a favore del registro lo abbiano fatto soprattutto per evitare discriminazioni nei confronti delle coppie di fatto. Chiedo però loro di riflettere su quante siano le discriminazioni presenti in Italia, e anche nella nostra città, rispetto alle coppie sposate, in particolare quelle con figli.
E chiedo loro anche di riflettere sul rischio di parificare i diritti tra le coppie che hanno dei doveri, e quelle che non li hanno. Perchè questa sarebbe una discriminazione ancora più grossa e devastante.
Auspico da parte dei 30 consiglieri che hanno votato favorevolmente una risposta ai tre quesiti e alla riflessione finale.
Alfredo Caltabiano
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“Un gesto di civiltà”. Così l’Italia dei Valori di Parma definisce l’approvazione in Consiglio Comunale del Registro delle Unioni Civili. “Si tratta di un passo fondamentale sulla strada dei diritti civili” – spiega l’Idv – “diritti che, nonostante la loro importanza e la presa di posizione di molte grandi città, ancora non trovano un riconoscimento a livello nazionale. Da questo punto di vista, l’Italia dei Valori può vantare un impegno non solo a livello cittadino, in quanto la costituzione di tale registro era prevista dal nostro programma, ma anche a livello parlamentare. Proprio Antonio Di Pietro, infatti, si é fatto portavoce di questa battaglia, presentando anche, insieme a Franco Grillini, una proposta di legge per estendere il matrimonio civile alle coppie omosessuali. Si tratta di una richiesta che giunge ormai da più parti e che un Paese che ha la pretesa di definirsi civile non può più ignorare. Per questo” – conclude l’Idv – “plaudiamo ad un provvedimento che va ad aggiungere un tassello al puzzle dei diritti civili, puzzle che ci auguriamo possa essere completato al più presto”.
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Il 12 maggio 2007 un milione e trecentomila persone gremivano Piazza San Giovanni a Roma. Il sottoscritto guidava un gruppo di parmigiani, avevamo noleggiato un pullman, per dire il nostro Si’ alla famiglia fondata sul matrimonio e tutelata dalla nostra Costituzione e un No netto all’ipotesi Pollastrini-Bindi dei Dico, Diritti delle persone conviventi. Quella imponente manifestazione popolare riuscì a fermare il progetto di legge. Ma si sa’: il lupo perde il pelo ma non il “vizio”, e i Dico fatti uscire dalla porta, piano piano li si e’ voluti far rientrare dalla finestra. La “finestra” dei Comuni. Una operazione a macchia di leopardo che ha portato il pomeriggio di giovedì 25 ottobre 2012 il Consiglio Comunale di Parma ad approvare ad amplissima maggioranza, 30 si’ e 2 no, il registro sulle unioni civili, veri Dico alla “parmigiana”.
Hanno votato a favore il Movimento 5 Stelle, il Pd, Pdci e i consiglieri Ubaldi, Guarnieri e Ghiretti. Gli unici a votare contro sono stati i consiglieri, Pellacini, Udc, e Buzzi, Pdl. A questi due consiglieri comunali va il mio plauso sincero.
Sinistre, Grillini e alcune Liste Civiche si sono stretti la mano attorno a una visione decisamente relativista della famiglia. Oltretutto facendo una grande confusione fra ciò che e’ di diritto pubblico e quindi di interesse pubblico, e ciò che invece e’ e deve rimanere nel privato. Laddove sono stati istituiti tali registri hanno avuto risibili e scarsissime adesioni, mancando quindi di gradimento fra la popolazione. Basti pensare alla stessa citta’ di Bologna il cui registro in 12 anni non ha avuto la benche’ minima adesione. Di cosa stiamo parlando? Essi rappresentano soprattutto intenti puramente ideologici, essendo altre le priorità e le necessita’ della gente e delle famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese. Sono ormai lontani i tempi in cui la città di Parma era da tutti additata quale esempio di politiche per la Famiglia. Eppure basterebbe essere fedeli alla nostra Carta Costituzionale. Non e’ poi così difficile.
Glauco Santi
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Salutiamo con soddisfazione, l’adozione del registro delle coppie di fatto da parte del Comune di Parma e ringraziamo il consigliere Manno per aver portato avanti una battaglia che è anche la nostra.
Il riconoscimento delle coppie di fatto è per Sinistra Ecologia e Libertà diritto irrinunciabile in una società che voglia definirsi civile e che sappia tutelare tutti i suoi componenti, alla luce anche dei mutati parametri sociali e sociologici, che vedono oggi una diversa composizione dei nuclei famigliari, i quali risultano spesso accompagnati da discriminazioni non più accettabili.
Parma si allinea dunque, alle altre città che hanno fatto lo stesso coraggioso passo, contribuendo a dare un segnale forte affinchè anche il Parlamento legiferi in materia, garantendo così uguali diritti a tutti i cittadini italiani, in piena attuazione di quella libertà di scelta individuale, che fa da sfondo ad una laicità dello Stato per noi elemento fondamentale.
Sottolineiamo, che pur se lontani dal Consiglio, a fianco di battaglie come queste, ci saremo con le nostre idee ed il nostro appoggio.
Federica Barbacini
coordinatrice provinciale Sel Parma