Ospedale, Uil: “L’apparato bulimico della Dott.ssa Iemmi”

SMA MODENA
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Si è appena concluso il concorso per Dirigenti delle professioni sanitarie a completamento di un percorso avviato da questa Direzione, a “trazione Iemmi” risalente al 2019 con l’adozione della delibera 375/2019, che ha visto il superamento della DSA con l’istituzione delle Direzione delle Professioni sanitarie.

Il progetto presentato alle OO.SS e alla RSU ormai un paio di anni fa, in buona parte, condivisibile nei suoi intenti, che avrebbe dovuto avere tra gli obiettivi, soprattutto quello di innovare, dare dignità e nuova linfa al processo di valorizzazione dei professionisti, in un contesto organizzativo in buona parte, ancora “medico-centrico”, non ha dato i frutti sperati.

Quello che abbiamo di fronte oggi è un quadro deludente, che non corrisponde alle legittime aspettative di coloro che si sono sempre battuti per l’affermazione e il riconoscimento di quelle figure che, avrebbero dovuto rappresentare il motore del cambiamento, di cui c’è tanto bisogno.

Innovare non significa cambiare per il gusto di farlo, e non serve un semplice “restyling” per riproporre un modello che, in buona sostanza, ricalca quello di prima anzi, quello che si è creato, pare più assumere le caratteristiche di una “sovrastruttura” e da quello che si percepisce nelle varie articolazioni “più o meno periferiche” della DPS, un’ipertrofica e autoreferenziale “cabina di regia” poco improntata alla condivisione.

Un modello decisamente centripeto che così architettato, in troppi casi sottrae funzioni e autonomia ai professionisti delle diverse aree, non ne riconosce i ruoli, né frustra le legittime aspettative, limitandone in tanti, troppi casi, crescita e sviluppo. Ne è un esempio, la proposta avanzata dalla DPS durante l’ultimo incontro che si è tenuto, di voler addirittura sfilare buona parte Incarichi di funzione al Comparto per poi affidarli in modo stabile ai dirigenti di “nuovo conio”.

Per la Uil, Il nuovo modello, uscito dal “cilindro” di una Direttrice della DPS dal doppio ruolo di “controllore di se stessa”, essendo la dott.ssa Iemmi nel contempo, Presidente dell’Ordine, che avrebbe dovuto creare maggiori sinergie tra professionisti, si è caratterizzato più per essersi arroccato su se stesso, piuttosto che tendere all’armonizzazione tra le diverse figure della filiera dell’assistenza.

I limiti che si sono evidenziati, di questa organizzazione del lavoro, si sono manifestatati in tutta la loro debolezza In particolare, nei confronti di coloro che hanno vissuto sul campo e sulla propria pelle la drammatica esperienza del Covid, a queste donne e a questi uomini resilienti che hanno dato tutto sul lavoro, nessun riconoscimento o onorificenza.

Dalle numerose e caotiche smobilitazioni di reparti, con chiusure, riaperture, di servizi e via di seguito, che hanno dato vita a vere e proprie “transumanze” di personale delle corsie, costretti come delle pedine a operare, a inizio pandemia in condizioni estreme, ma anche in occasione della seconda ondata non sono mancati i disagi del personale a causa anche della cronica carenza di personale nel nostro ospedale.

Riteniamo che questa Direzione non possa e non debba mettere la testa sotto la sabbia come pare abbia fatto fino a oggi, sottovalutare questa situazione oltre che grave sarebbe imperdonabile se davvero si vogliono migliorare le condizioni di lavoro per i dipendenti e valorizzare, ma sul serio, le figure professionali nel nostro ospedale anche in chiave di futura fusione con l’USL di Parma.

segreteria Uil Fpl di Parma