
30/12/2012
Intervista ad Andrea D’Alessandro, il parmigiano che meglio si è piazzato nelle parlamentarie online promosse da Beppe Grillo e che sarà candidato per la lista del M5S in Emilia Romagna.
Grillo ha molto criticato le primarie del PD per la scelta dei parlamentari. Perché le “Parlamentarie” del M5S riservate ai soli iscritti votanti sul web (con quali controlli?) sarebbero state migliori?
Secondo me, non si possono confrontare due esperienze così differenti.
Il Movimento 5 Stelle ha messo nelle mani della base degli iscritti certificati (con carta d’identità) i nomi di tutti i possibili canditati. I requisiti per candidarsi erano solo tre: non essere iscritti ad altri partiti, avere la fedina penale pulita e avergià partecipato a precedenti elezioni in liste del Movimento.
I candidati erano più di 1.400 e tra questi la base ha scelto gratuitamente e liberamente le persone da candidare alla Camera e al Senato senza nessuna influenza di Grillo o Casaleggio.
Io stesso ho deciso di candidarmi, solo dopo essermi confrontato con il gruppo di Parma, anche a testimonianza della trasparenza di questo meccanismo. Chi mi conosce sa che da sempre non sono stato “spinto” da nessuno, se non dal desiderio di vivere in un Paese migliore.
Il meccanismo messo in piedi dal PD invece è completamente diverso e dimostra palesemente la mancanza di fiducia del Pd nei propri votanti poichè falsifica il risultato del voto, non tanto per il 10% di nomine riservate a Bersani e che non parteciperanno alle votazioni, ma per il fatto che, indipendentemente dal voto, Bersani deciderà i capilista in tutte le circoscrizioni, ovvero chi di sicuro entrerà in Parlamento. Come dire: gareggiate pure, tanto chi vince lo deciso solo io. Inoltre il fatto di scrivere nello statuto il limite di tre legislature per poi candidare persone che ne hanno fatte molte di più è molto incoerente.
Ricordo inoltre che il nostro metodo ha dato un risultato che ritengo straordinario: la grandissima partecipazione femminile. Nelle nostre liste di candidati il 60% è donna e il 55% delle capolista è donna! E questo senza nessun meccanismo incentivante come quello messo in piedi dal Pd.
Chissà cosa sarebbe successo se anche noi avessimo utilizzato gli stessi vincoli del Pd? Sicuramente Grillo sarebbe stato descritto come il nuovo Duce; invece, visto che queste regole le ha approvate Bersani, dalla stampa nazionale non si è sollevata nemmeno una critica.
Il M5S dell’Emilia Romagna sta creando non pochi problemi a Beppe Grillo, causando anche una possibile flessione nei consensi. Favia, Salsi, militanti di Forlì, Tavolazzi… è un caso che i “ribelli” siano soprattutto qui in Regione?
L’esperienza del Movimento 5 Stelle in Emilia Romagna è già fortemente radicata, i nostri gruppi sul territorio sono cresciuti grazie al lavoro degli attivisti e oggi esiste una rete di persone fantastiche che ogni giorno vive i valori del Movimento e ci dà un aiuto fondamentale.
Non conosco bene la situazione delle altre regioni e quindi non mi permetto di giudicare, però quello che vorrei dire è che, secondo me, non esistono “ribelli”. Chi è cresciuto con il Movimento e nel Movimento, sono certo che non ripudierà mai le battaglie che ci hanno unito e che abbiamo portato avanti insieme, da sempre.
Quindi sono certo che con il simbolo o senza, i nostri eletti continueranno sul percorso virtuoso che hanno iniziato. D’altra parte anche Grillo ha augurato loro di continuare il loro percorso politico. Quello che credo sia successo davvero, ma questo sarebbe da chiedere direttamente agli interessati, è che si sia incrinato un rapporto di fiducia fondamentale per lavorare insieme.
Le posizioni del M5S su temi quali acqua pubblica, rifiuti, fotovoltaico, anticasta sono note. Le proposte per risolvere i problemi economici del Paese lo sono meno. Agli elettori che incontri in campagna elettorale che stanno perdendo il lavoro cosa dici?
Il Lavoro, come la Giustizia, sono tematiche centrali della vita di ogni cittadino su cui il Movimento 5 Stelle sta lavorando insieme ai cittadini, per creare proposte condivise e valorizzare insieme quelle risposte che tutti già conosciamo, le stesse che ci sono state raccontate da decenni da tutti i politici italiani, ma mai realizzate. La differenza della nostra proposta è l’impegno di realizzare il programma per cui verremo votati.
Io non voglio promettere che se il Movimento vincesse le prossime elezioni noi potremmo creare un milione di posti di lavoro, come qualcuno in passato ha già fatto, ma quello che voglio ribadire è che cercheremo di realizzare quelle che saranno le proposte del nostro programma. Ad esempio, ritengo assurdo che Equitalia porti alla chiusura i piccoli imprenditori distruggendo posti di lavoro e invece patteggi con le grandi aziende o le banche. Chi riscuote dovrebbe agevolare i cittadini e gli imprenditori al pagamento e non minacciarne la sopravvivenza.
Molto di quello che riusciremo a fare però, dipende soprattutto dal ruolo che i cittadini ci daranno con il loro voto alle prossime elezioni a febbraio, se ci permetteranno di vincere o meno. Per cambiare davvero questo paese sarà necessaria, qualunque partito vinca, una maggioranza solida sia alla Camera che al Senato in modo da poter affrontare in modo schietto i problemi che affliggono da sempre questo paese.
Cosa “copierai” dell’esperienza della campagna elettorale di Pizzarotti a Parma nella tua campagna per le politiche?
Innanzitutto il fatto che non ci sarà una mia campagna elettorale, ma sarà un percorso di un gruppo di persone tutte candidate insieme. Ricordo che oltre a me ci sono anche Paola Gherardini, Patrizio Bimbi, Franco Bressanin, Alessandro Guardamagna e Maximiliano Vigolin e questi sono solo i candidati del territorio parmense, ma il “gruppo” comprende anche tutti gli altri candidati della nostra circoscrizione che in questi giorni sto conoscendo meglio.
La nostra lista è piena di donne e uomini fantastici che vivono il Movimento e credono che un cambiamento in meglio sia possibile; tra questi voglio ricordare le “nostre” capolista Giulia Sarti e Michela Montevecchi, ma anche Maria Edera Spadoni e Maria Mussini le prime candidate di Reggio Emilia.
Tutte persone veramente in gamba e che in questo progetto oltre alla testa e a tutte le loro capacità ci stanno mettendo anche il cuore, come solo le donne alle volte riescono a fare.
Un’altra esperienza fondamentale che vorrei ripetere è scrivere il programma insieme ai cittadini. Ovviamente sono consapevole che la sfida ora è enormemente più grande sia per i temi trattati che per la necessità di superare i provincialismi e le separazioni territoriali che da sempre caratterizzano il nostro Paese, ma non ci mancano gli strumenti adatti per affrontarla.
Siamo già partiti con il primo incontro sul programma in cui si sono gettate le basi per un percorso condiviso tra tutti coloro che sono interessati a partecipare siano essi utenti del nostro forum nazionale www.movimento5stelle.it , simpatizzanti iscritti al meetup di Parma, che cittadini con poca dimestichezza con il web.
Se dovessi essere eletto in Parlamento quale sarà la prima proposta che farai in Parlamento?
Non ambisco a far nascere una proposta di legge D’Alessandro, ma a portare avanti le proposte del Movimento 5 Stelle condivise con i cittadini. E’ sconcertante che la proposta di legge di iniziativa popolare Parlamento Pulito e le 350.000 firme raccolte per presentarla siano state ignorate per così tanto tempo fino a farne superare i termini perchè questa si potesse anche solo discutere in Parlamento.
Questa è la dimostrazione palese di un forte divario tra la politica nazionale e le necessità dei singoli cittadini. Lo scopo del Movimento è anche dimostrare che una politica senza finanziamenti pubblici è possibile e anzi più trasparente e aderente alla volontà dei cittadini.
Inoltre sapere che nella scorsa legislatura si è trovato il tempo di fare leggi ad personam e non per eliminare la possibilità per i condannati di candidarsi o per reinserire le preferenze nel sistema elettorale, mi fa capire che, se i cittadini ce ne daranno la possibilità, c’è veramente moltissimo da fare per riportare questo paese ad un livello di democrazia accettabile. Vogliamo parlare ad esempio di una normativa sul conflitto di interessi ben fatta, o della mancata asta delle frequenze televisive? O di dare la possibilità alla Giustizia di funzionare con tempi certi? La necessità di defiscalizzare le nuove assunzioni per ogni fascia di età? O più “semplicemente” eliminare l’equivalenza tra la produzione di energia pulita e quella derivante dall’incenerimento dei rifiuti astutamente inserita, caso credo unico in Europa, nella ricezione della direttiva 2001/77/CE dell’Unione Europea.
Se dovessi essere eletto, come pensi di poter aiutare da Roma l’amministrazione comunale di Parma?
Non si tratta assolutamente di aiutare Parma, ma di salvare un paese intero portando un cambiamento concreto nel modo di fare politica. Il nostro primo obiettivo è quello di riavvicinare i cittadini alla politica, ma a quella concreta che risolve i problemi e che spesso nasce proprio dalle proposte dirette dei cittadini e non tanto quella che si esprime nei “Palazzi del potere”.
Per questo, penso sia necessario allentare il patto di stabilità che costringe tantissimi comuni all’immobilismo su alcune tematiche fondamentali per i cittadini. Questo però non vuol dire aiutare Parma, Reggio o Bologna, ma far ripartire il Sistema Paese, non senza dimenticarsi i doverosi controlli nell’operato dei comuni in modo da non permettere mai più a nessun amministratore pubblico di ricreare le voragini contro cui l’Amministrazione di Parma si sta trovando a dover combattere, per di più accusata giornalmente da quanti non hanno fatto nulla di concreto per evitarla o peggio hanno partecipato al disastro.
Inoltre, credo molto che nella politica nazionale si debbano trovare solo le indicazioni del percorso da seguire a livello locale e non costrizioni o limitazioni dell’attività dei singoli comuni perchè, ad oggi, chi conosce davvero le necessità dei cittadini sono solo gli amministratori locali e non i politici nazionali molto più legati a interessi di partito o coalizione, e sempre più lontani dai bisogni reali.
Io come portavoce del Movimento 5 Stelle non voglio perdere in nessun modo il legame con la mia città e il suo territorio e farò di tutto perchè questo non accada.
Carlo Cantini