
14/10/2013
h.11.40
Crociati per sempre. Nella testa, nel cuore e anche nei piedi. Chiedete a Fabio Cannavaro, che per il Trofeo del Centenario ha sfoggiato un paio di scarpe personalizzate dedicate a una squadra che gli è rimasta dentro. Così come Dino Baggio e Lamberto Boranga, altri idoli del Tardini…
Fabio Cannavaro: “Abbiamo tenuto bene, io e Fernando Couto, fin quando il fiato ha retto. Poi loro erano più freschi e noi siamo crollati, ma l’importante era esserci. La gente si è divertita, ha apprezzato lo spettacolo anche se alcuni di noi non erano in formissima. Ho scelto di personalizzare le scarpe in onore del Parma perché qui ho passato sette anni indimenticabili: era un piccolo gesto per ricambiare il loro affetto, tornare qui è sempre un’emozione. Ho condiviso emozioni fantastiche con la società, sta facendo grandi sforzi per guardare al futuro, il centro di Collecchio è migliorato tantissimo. Tornerò a Parma un giorno? Mah, nel calcio non si può mai dire. Di sicuro, questa è una delle squadre più importanti d’Italia quindi sarebbe solo un onore”.
Lamberto Boranga: “Parma per me è una città importante, fondamentale per la mia professione e per l’ambiente e la cultura che mi ha dato. Sono arrivato a fine carriera, ma diedi il mio apporto per vincere il campionato. Da lì è nato un nuovo Parma, che ha scalato la serie A, quindi sono contento di aver fatto parte di un nuovo inizio per il club. La mia parata? E’ istinto, faccio il medico ma fondamentalmente sono rimasto quello da 50 anni a questa parte”.
Dino Baggio: “Quando ci sono io, al Tardini parte sempre quel coro contro la Juve e sono contento. Il ricordo è sempre bello, questo campo mi ha sempre portato bene, sono riuscito anche oggi a fare gol. Ho corso tanto= Mi sento in forma, gioco negli Over 40 a casa, qualche gara amichevole con gli ex. Con Roberto Donadoni ho un grande rapporto: è una persona intelligente, di cui sono amico (i due hanno giocato assieme in Nazionale), lo ritengo un tecnico preparato e che prepara bene le partite. Credo che questo Parma possa puntare anche all’Europa”.
Si leggeva nei loro occhi l’emozione, ma hanno comunicato anche a parole la loro gioia per un ritorno non banale, fuori dall’ordinario. Che fa rima con Centenario. Un bel mattone nella storia recente del Parma loro l’hanno posato senz’altro: Lilian Thuram, Fernando Couto e Alain Boghossian, tutti stranieri ma con il gialloblù tatuato sulla pelle.
Lilian Thuram: “E’ stato veramente un piacere tornare a Parma. Con tanti di questi giocatori abbiamo sofferto, gioito, lavorato tanto negli anni. A Parma sono diventato un giocatore, la mia prima esperienza da straniero, sono nati i miei figli. Dicevo proprio a loro che la mia squadra, qui, è stata incredibile: la più forte con cui abbia mai giocato nella mia carriera. Mi avete visto in forma? Torno a giocare solo se torna pure Cannavaro”.
Fernando Couto: “Sono contento di aver fatto parte di questa società, è stato il primo club fuori dal Portogallo, mi ha aiutato tanto come giocatore e come uomo. E’ stato molto bello ritrovare il Tardini e tanti campioni. E’ sempre gratificante scambiare idee, rivedere persone, ora tutti facciamo mestieri diversi ma il calcio e i ricordi ci uniscono. So che Pedro Mendes ha parlato bene di me, spero che lui possa prendere il mio testimone qui a Parma”.
Alain Boghossian: “Ricordo sicuramente la vittoria con il Marsiglia, era la mia ex squadra. Ho vinto 3 coppe qui dopo il Mondiale con la Francia, resta un momento indimenticabile della mia carriera. Nessun acciacco per oggi, il Tardini è sempre stato una famiglia, i tifosi erano caldissimi anche oggi. Ho un ricordo che sarà sempre presente nella mia vita, è stata una tappa fondamentale per la mia vita”.