Riapre il museo cinese di Parma

SMA MODENA
lombatti_mar24

01/12/2012
h.18.00

Dopo due anni e mezzo di lavori riapre al pubblico, completamente rinnovato grazie al determinante contributo della Fondazione Cariparma, il Museo d’Arte Cinese e sezioni etnografiche allestito presso la casa madre dei Saveriani.
A 111 anni dalla sua fondazione si è infatti voluta realizzare una lettura del suo significato e del perché della sua fondazione.
Il nuovo spazio museale – inaugurato questa mattina alla presenza delle autorità e che sarà riaperto al pubblico da martedì 4 dicembre 2012 – si presenta suddiviso in sezioni ideali: la struttura è stata pensata con accorgimenti che ne facessero risaltare talune circolarità, ispirandosi alla figura del cerchio che è simbolo dell’armonia come il tangka tibetano, il taiji cinese, il villaggio circolare dei Kayapò.
Non ci sono interruzioni, barriere e spazi di passaggio: l’allestimento scorre come un fiume, come la Via Lattea, per via del colore bianco laccato degli arredamenti e dei cristalli delle vetrine, disegnate appositamente, molto adatte, a unificare tutti i materiali, pur nella loro diversità, mettendone allo stesso tempo in risalto i colori estremamente vivi e festosi.
“Credo che l’aspetto da sottolineare sia il valore delle collezioni sia quella cinese, come quella unica dei Kayapò – spiega il direttore del museo Padre Emilio Iurman -: per ragioni contingenti, c’è solo un assaggio di quella africana che sarà oggetto di mostre temporanee successive; nel Museo viene riassunto tutto l’impegno dell’Istituto Saveriano nel campo della cultura e dell’impegno per la valorizzazione delle grandi tradizioni religiose e culturali, dell’impegno sociale ed a favore della Madre Terra e della mondialità”.
L’allestimento vuole infatti mettere in risalto due peculiarità di questo museo: è un museo missionario, in una sua accezione di grande nobiltà e valore, non una vetrina di curiosità ed esotismo, ed è un museo che, se pure dovuto all’intelligenza lungimirante di colui che ha fondato sia museo sia i Missionari Saveriani, Monsignor Conforti, ha avuto dietro di sé tutte le centinaia di Saveriani che si sono susseguiti in quei paesi in oltre cento anni di storia: un simbolico esercito che richiama alla mente il famoso esercito di terracotta di Xi’an.
Ricco l’apparato video-touch screen e didascalico. Il Museo ha prodotto in proprio ed anche acquistato diritti e permessi d’uso di filmati da Inghilterra (per i Kayapò) e dall’Asian Art Museum di S. Francisco.
L’allestimento ed i testi esplicativi che accompagnano le opere sono stati curati dalla Professoressa Nicoletta Celli, dell’Università di Bologna per la parte cinese; dallo staff del museo per la parte riguardante Africa ed Amazzonia; la regia e l’esecuzione delle parti video e multimedialità da Mario Ghiretti (Il Parallelo multivisone) e Pierpaolo Pessini (Polivideo).