† Terra Santa 1, la spiritualità del primo miracolo di Gesù alle nozze di Cana in mezzo al trash dei pellegrini e dei venditori (di Andrea Marsiletti)

TeoDaily – Il mio pellegrinaggio, con auto a noleggio, in Terra Santa è iniziato a Cana (Kafr Kanna), una località della Galilea a 10 km da Nazareth, dove Gesù compì il suo primo miracolo trasformando l’acqua in vino durante una festa nuziale.

Sul luogo dove la tradizione indica sia avvenuto l’episodio raccontato dall’evangelista Giovanni (2,1-11) è stato costruito il “Santuario del Primo Segno di Gesù” gestito dalla Custodia della Terra Santa dei frati francescani.

Partiamo dalla Parola, scrive Giovanni: “Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà».
Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le giare» e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono».
Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.”

La risposta di Gesù a Maria (“Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora”) appare sorprendente, fin scortese. Qualunque interpretazione le si voglia dare, Gesù non si sottrae alla richiesta della madre, la quale è sicura del suo ascolto («Qualsiasi cosa vi dica, fatela!»).

E’ il primo miracolo, il debutto pubblico: la missione di Gesù parte su input di Maria che per la prima volta smette di essere solo madre e si fa portavoce dell’umanità presso suo Figlio, assumendo il ruolo di mediatrice per ottenere la Grazia del miracolo e insegnando l’ubbidienza e l’abbandono alla Parola nella totale fiducia.

E’ in questo contesto che Gesù istituisce il sacramento del matrimonio che si realizza con la Grazia di Dio e le celebrazioni terrene.

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Teologia, religione, spiritualità

Va da sè che Cana ogni giorno è meta di coppie che festeggiano il loro matrimonio, rinnovano i voti, si promettono ancora una volta amore eterno.

A Cana ho assistito a scene molto kitsch che, purtroppo, si sono riproposte in forme diverse negli altri luoghi santi, per colpa della superficialità e delle superstizioni dei pellegrini e dei vanali venditori sempre in agguato (e anche, dispiace dirlo, della Chiesa ortodossa all’interno dei santuari da loro gestiti quali, ad esempio la Natività a Betlemme e la Tomba di Maria a Gerusalemme), non certo per responsabilità della Custodia francescana della Terra Santa che, viceversa, cerca di mantenere il raccoglimento, la sobrietà e il decoro in questi posti sacri così carichi di esplosiva spiritualità.

Alcune donne sudamericane compravano un velo nuziale nel negozio di souvenir per fare un selfie col compagno davanti alla Chiesa, dopo essersi specchiate e rispecchiate con grandissima cura quasi dovessero indossare di nuovo l’abito nuziale.

I commercianti arabi hanno aggiunto il loro carico di trash: sembra che Gesù avesse trasformato così tanta acqua in vino che ne sia rimasto ancora ai nostri giorni, visto che è in vendita sugli scaffali, chissà, magari con poteri afrodisiaci.

La degustazione del vino di Cana davanti al santuario mette in dubbio l’onniscienza di Dio: se davvero avesse saputo che il suo miracolo sarebbe finito così per me non l’avrebbe compiuto, con buona pace dell’intercessione di Maria.

Andrea Marsiletti

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