Pezzuto (PU): “E’ ora di rivedere le rette degli asili comunali”

Ho letto con vivo interesse i resoconti della conferenza stampa che ieri l’assessore ai servizi educativi, ha tenuto sul sistema educativo parmigiano nella sede della Cgil.

Condivido il passaggio alle iscrizioni online così come la sperimentazione e la campagna di comunicazione ad essa collegate.
Sono meno persuaso del trionfalismo con il quale sono stati presentati i servizi, un malcelato tentativo di dire che non solo va tutto bene, ma tutto migliora.

A non migliorare però sono soprattutto i costi delle rette, che rimangono a mio parere pesantissimi soprattutto per coloro – e sono tanti – che hanno la “sfortuna” di avere parametri Isee alti.

A questo proposito per il secondo anno consecutivo la Regione ha stanziato 7 milioni e 250mila euro per finanziare, nel 2018, il sistema educativo emiliano-romagnolo nella fascia di età 0-3 anni. A Parma arriveranno quindi 736.503 euro per interventi che prevedono, tra le altre cose anche il contenimento dei costi delle rette a carico delle famiglie, anche utilizzando ancora di più lo strumento delle convenzioni con le scuole paritarie.

L’anno scorso ci è stato risposto che assolutamente non era possibile pensare di utilizzare in questo modo i fondi per un non meglio precisato aumento dei costi e per la mancanza di certezza del trasferimento nel tempo, quest’anno cosa si intende fare?
Personalmente ritengo che intervenire sulle rette sia in questa fase cruciale, per poter garantire ad una quota sempre maggiore di famiglie l’accesso ai servizi comunali che sono, lo ricordo, di tutti.

Io capisco e concordo con la necessità di sostenere le fasce più deboli della popolazione, ma in questo caso dobbiamo uscire da un fraintendimento annoso: una famiglia che non rientri nei parametri Isee fissati dal Comune non è una famiglia ricca o agiata. Spesso è una famiglia che comunque fa fatica a far quadrare i conti a fine mese, specie se i figli sono più di uno.

A questo proposito in altre città della nostra regione, ad esempio a Bologna, si stanno applicando sperimentazioni legate al Fattore Famiglia che aiuterebbe a ponderare meglio i carichi familiari, una proposta che sta trovando sempre maggiori consensi nel Paese, ma stranamente non a Parma.

Ecco, queste sono azioni con le quali si potrebbero qualificare positivamente i nostri servizi per l’infanzia, non gloriandosi per avere una copertura superiore alla media regionale, copertura che, comunque, rimane comunque al di sotto della metà della popolazione con liste d’attesa ancora chilometriche.

Fabrizio Pezzuto
Parma Unita – Centristi

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