Pizzarotti sul video di Grillo: “Parma è sulla sponda opposta a quel pensiero disumano”

SMA MODENA

LETTERA APERTA ALLA CITTA’

Prima di intervenire sulle parole di Beppe Grillo ho voluto attendere qualche giorno, fuori dalla bolla mediatica in cui la drammatica vicenda è stata gettata. Ho pensato che qualche giorno di riflessione in più fosse necessario per inquadrare il contesto e dare un giudizio di merito più distaccato.

E ho pensato che intervenire è doveroso per quel che Parma rappresenta oggi in Italia. Siamo Capitale della Cultura, e la cultura non è un mero concetto di bellezza e di storia racchiuso tra le pareti dei musei o degli edifici storici, significa anche essere portatori di principi sani di civiltà, perché cultura è anche e soprattutto civiltà, quindi determinati valori e ideali. Ma non solo: per tutte le battaglie in difesa dei diritti delle persone, a tutela dei soggetti più fragili o discriminati, per l’uguaglianza di genere condotti in questi anni, Parma è una città che deve reagire a un certo tipo di messaggio.

Beppe Grillo ha inviato un video carico di elementi devastanti e inopportuni. Dal suo punto di vista sembra che la donna possa essere l’oggetto del divertimento altrui, un divertimento che è tale, a sua detta, perché giustificato da ragazzi che ridono. Ridono, quindi si stanno divertendo, quindi è tutto normale, quindi non c’è nessun abuso. E diventerebbe non normale, al contrario, denunciare dopo una giornata di kitesurf, come se tutti noi in cuor nostro conoscessimo i sentimenti profondi che spingono nel loro intimo le persone a fare le proprie scelte, là in quel luogo così segreto e prezioso inaccessibile al mondo esterno. Ma chi siamo, dico io, per arrogarci il diritto di decidere quando una persona può o deve denunciare? Dall’alto di quale pulpito ci arroghiamo questo diritto?

Ognuno di noi è un mondo a sé, un Universo fatto di sentimenti, leggerezze, fragilità e debolezze, e non potrà mai essere di altri se non di noi stessi il quando e il come una donna o un uomo debbano denunciare abusi.

Retrogrado è chi pensa questo. Barbaro è quel pensiero.

Non posso, poi, non considerare il giustizialismo che in questi anni ha contribuito a degradare e sporcare l’Italia, una caccia alle streghe che ha diviso gli italiani tra buoni e cattivi, dove i buoni puntano il dito contro i cattivi, e dove i cattivi sono condannati già prima della sentenza della giustizia. Questo giustizialismo becero e vigliacco per Beppe Grillo sembra ora scomparso: quando tocca il personale non vale, ma vale solo per i nemici, vale solo per tutti gli altri.

In quel video, dove pur si avverte la sofferenza di un padre, io ho avvertito questi messaggi devastanti e indicibili. Parma non può tacere di fronte a ciò, qualsiasi sia il colore politico che ci contraddistingue.

Parma è una città che non si piega a messaggi così inetti.

Non si piega, aggiungo, a tutte quelle forme di banalizzazione della lotta contro le discriminazioni di genere che, doverosamente e seriamente, portiamo avanti come principio sacrosanto di civiltà. Non si piegherà mai.

Alle donne e agli uomini di Parma, alle persone che si sentono discriminate e abbandonate, a chi crede di combattere una battaglia in solitudine o con armi spuntate, a chi pensa di avere tutti contro e di non essere compresa o compreso, a chi ha paura e a chi non ha il coraggio, a chi ripudia con forza il messaggio devastante di Beppe Grillo: Parma è dalla vostra parte, lo sarà sempre.

La giustizia farà il suo corso, deve fare il suo corso. Mi auguro che possa essere veloce e giusta per tutti, e che possa accertare la verità e tornare a dare respiro e sorriso soprattutto a quella giovane donna che ha denunciato, ma anche alle famiglie coinvolte su cui gravano pesanti macigni. Ma questa è un’altra storia, oggi noi parliamo di un messaggio lanciato all’ennesima potenza su tutti i media e i social. Un messaggio disgraziato che non sarebbe mai dovuto esistere. Di quel messaggio Parma non salva niente. Niente. Parma è, e continuerà a essere, dalla sponda opposta rispetto a quel pensiero disumano.

Federico Pizzarotti