
18/01/2013
Mercoledì è stata una giornata campale per Parma, scandita da frasi, foto, video che rimarranno impressi nella testa dei parmigiani per un bel po’.
Politicamente non cambia nulla: il centrodestra di Parma era già morto e sepolto da tempo.
Alle elezioni comunali del 2002 il Pdl raggiunge il 30% dei consensi e Ubaldi è riconfermato sindaco al primo turno. Dieci anni dopo il Pdl crolla al 4%, Vignali viene commissariato, Ubaldi non supera il 16% e non va neanche al ballottaggio. Il tracollo del centrodestra trascina giù anche il centrosinistra che gli elettori collocano in continuità nella rappresentanza degli interessi con quel mondo in sfacelo e quindi scelgono la rottura radicale dei grillini che al ballottaggio vincono con più del 60% dei voti.
Politicamente quindi non cambia nulla, ma le accuse giudiziarie pesanti a Vignali, Villani, Costa, Angelo Buzzi, se saranno dimostrate, compromettono l’onorabilità dei vertici di una classe dirigente. Se la presunzione di innocenza è un diritto costituzionale che va riconosciuto sempre e non solo declamato a parole, il giudizio politico su come questa città è stata amministrata lo si può già dare e non può che confermare quello negativo espresso dagli elettori.
I parmigiani che oggi fanno tanto gli scandalizzati sarebbe bene, però, che facessero un po’ di autocritica, perché erano loro stessi quelli che fino a qualche anno fa inneggiavano alla grandeur di Parma, alle grandi opere, all’opulenza, allo sfarzo, e negli “anni del consenso” si mettevano in fila davanti al portone del Comune a chiedere dei favori.
Per due mandati il centrosinistra è stato inerme, accomodante negli atti o nei silenzi. E’ stato svegliato e buttato giù dal letto controvoglia dal lavoro straordinario di Giorgio Pagliari, che, supportato da Marco Ablondi e Massimo Iotti, ha inciso sulla città come mai nessun altro consigliere comunale nella storia di Parma… ed infatti, guardacaso, hanno segato la sua candidatura a sindaco che sarebbe stata naturale, dovuta, vincente. Fra qualche mese vedremo se Pagliari saprà essere anche un grande senatore. Io sono sicuro di sì.
Parma ha già voltato pagina alle elezioni, la Rivoluzione culturale è iniziata otto mesi fa, e ha la faccia di Federico Pizzarotti con le sue camicie azzurre tutte uguali come nella Cina di Mao.
Questi scandali sono manna per il M5S che, tanto a livello locale quanto nazionale (Fiorito, Lusi, Trota, Penati, Minetti, Cuffaro…), da essi ottiene voti ben più che dalle sue proposte politiche, non consentono però a Pizzarotti di adagiarsi, vivacchiare o vivere di rendita.
Pizzarotti ha il compito di scrivere le pagine nuove sul libretto rosso della rivoluzione; usi il pugno duro perchè “la rivoluzione è un atto di violenza” ma sappia discernere le mele dalle pere perché negli ultimi 15 anni tanti parmigiani hanno operato in modo dignitoso in politica, nell’impresa e, perché no, financo nella famigerata informazione parmigiana.
Il Timoniere Pizzarotti dia la linea, se ce l’ha. E si ricordi le parole di Mao: “Il sole sorge quando la notte è più buia”.
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