Nuova nomina nel Cda di Iren illegittima: il Comune di Parma viola il Regolamento comunale

Il comma 2 dell’art.1 del Regolamento del Comune di Parma approvato in data 11/10/2012 dal Consiglio comunale con il voto favorevole del M5S (leggi pagina 13 del Regolamento allegato) impone che “le nomine e le designazioni dei rappresentanti del Comune in organi sociali di enti, aziende, istituzioni, fondazioni, consorzi e società partecipate sono effettuate secondo criteri di trasparenza, tenendo conto delle competenze e delle professionalità dei candidati. La scelta dei rappresentanti del Comune avvede mediante selezione pubblica sulla base di bando o di presentazione di curriculum, fatti salvi i casi di necessità ed urgenza”.
Proprio in virtù di una dichiarata “urgenza” il 6 febbraio 2013 il Comune di Parma nominò Lorenzo Bagnacani alla vicepresidenza di Iren senza emettere alcun bando pubblico, per di più in palese conflitto di interessi (leggi i documenti del conflitto di interessi di Bagnacani). L’assessore all’ambiente Folli lesse in Consiglio comunale e inviò alla stampa un intervento nel quale precisava che “i tempi ristretti concessi all’Ente per la designazione di un proprio rappresentante in seno al CdA, ha ritenuto impossibile emanare in tempo utile un apposito bando per la selezione del nominativo da segnalare quale designato dell’Amministrazione Comunale di Parma. Tali considerazioni hanno prodotto le condizioni di necessità e urgenza previste al comma 2 dell’art. 1 dell’Allegato A alla Delibera di Consiglio Comunale n. 32/9 del 11 ottobre 2012” (leggi l’intervento completo di Folli).
La carica del rappresentante del Comune di Parma all’interno del Cda di Iren è in scadenza; entro il 2 giugno (ovvero tra due giorni) dovranno essere depositate e pubblicate le liste per il nuovo Cda. E neppure questa volta il Comune ha emesso il bando pubblico di selezione, a differenza, ad esempio, del Comune di Piacenza (leggi il bando del Comune di Piacenza del 26/04/2013). Ovviamente in questo caso non può essere addotta alcuna scusante di urgenza, visto che il termine del mandato è noto da anni.
Quindi nei prossimi giorni il Comune di Parma nominerà un membro del Cda di Iren in modo illegittimo poichè in contrasto col Regolamento comunale. E, per di più, in contraddizione con uno dei principi cardine del M5S, ovvero la selezione tramite bandi e conseguente confronto dei curriculum.
A questo punto si pone un grosso problema, poichè un Regolamento comunale votato dal Consiglio non è una promessa elettorale o una dichiarazione di intenti ma un articolato di regole vincolanti. Atti compiuti in violazione del Regolamento sono impugnabili da qualsiasi consigliere comunale e di conseguenza nulli. Pertanto nulla sarà la nomina del consigliere di Iren che il Comune effettuerà il 2 giugno, a prescindere da quale sarà il nominativo della persona prescelta.
Ma non basta: ieri in Consiglio comunale di Parma è stato contraddetto in modo clamoroso un altro principio del “grillismo”, ovvero la battaglia contro gli stipendi dei manager pubblici e della Casta in generale. La giunta del M5S non solo non ha sostenuto ma non ha neppure risposto alla proposta presentata dal consigliere Roberto Ghiretti di invitare il vicepresidente di Iren Bagnacani a restituire il 50-60% della sua indennità di 143.000 euro annui, ritenendo che un compenso di 60.000 euro all’anno sia congruo, soprattutto se si considera che Bagnacani non svolge neppure l’incarico a tempo pieno e non ha alcuna delega. E pensare che nel giorno della sua nomina fu proprio Bagnacani in conferenza stampa a promettere “interventi etici e di presa in carico della rilevante e dovuta questione degli emonumenti dei manager di Iren perchè un segnale dobbiamo darlo” (guarda il video degli annunci di Bagnacani!). In realtà, nonostante da mesi in tanti glielo stiano chiedendo, Bagnacani non ha rinunciato neanche ad 1 euro. 
In questo anno il sindaco Pizzarotti e la sua maggioranza hanno compiuto scelte giuste o sbaglate, dipende dai punti di vista (personalmente le valuto nel loro complesso positivamente, leggi), ma credo coerenti e sicuramente sempre rispettose delle regole. Le motivazioni per le quali con la vicenda Bagnacani il M5S di Parma si stia mettendo in questa condizione di illegittimità, mancanza di trasparenza  e perdita di credibilità mi sono davvero incomprensibili.

Andrea Marsiletti


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