Ricercatore abusivo di reperti archeologici colto in flagrante dai carabinieri di Roccabianca vicino alla Pieve di San Genesio a San Secondo

I Carabinieri della Stazione di Roccabianca, nei giorni scorsi, a seguito di una segnalazione di un privato cittadino fatta alla Centrale Operativa dei Carabinieri di Fidenza tramite l’utenza 112, sono intervenuti in San Secondo Parmense nei pressi della Chiesa di Pieve Dan Genesio, dove nei campi arati attigui, veniva segnalata una persona intenta ad effettuare delle ricerche nel sottosuolo. Giunti sul posto i militari hanno trovato nella flagranza di reato un giovane che, munito di metaldetector e vanghetta apposita, stava sondando il terreno, alla ricerca di reperti e/o piccoli “tesoretti di natura archeologica” che il sottosuolo conserva da tempo. 

La persona veniva identificata in un trentenne residente a Parma, con l’hobby di trascorrere il tempo libero alla ricerca di tali materiali. L’uomo ha subito ammesso il motivo della sua presenza e in seguito alla richiesta dei militari ha consegnato il materiale rinvenuto durante la ricerca (Diversi “Sesini” monete risalenti al 1700 a.c. proiettili in piombo per fucili ad avancarica e altri oggetti di sospetta natura archeologica). In ragione del fatto che tale attività costituisce reato, in quanto non è consentita la ricerca di materiale di natura archeologica perché lo stesso appartiene allo Stato, il giovane è stato accompagnato in Caserma per gli ulteriori e più approfonditi accertamenti.  Tutti i reperti rinvenuti sono stati pertanto posti in sequestro così come anche il metaldetector e la vanghetta da lui utilizzata. In seguito sono poi stati interessati anche gli specialisti del settore dell’Arma, ovvero il personale del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri di Bologna, che unitamente ai Militari di Roccabianca, hanno poi dato esecuzione al Decreto di Perquisizione dell’abitazione dell’interessato emessa dall’Autorità Giudiziaria di Parma.  In tale contesto sono stati ritrovati altri numerosi reperti del genere simili a quelli già sequestrati (ottantacinque monetine “Sesini” di diversa fattezza – dodici proiettili da avancarica in piombo del XVII-XVIII sec-  e altri oggetti in rame di zecca, oltre ad un altro metaldetector).   Tutto quanto rinvenuto è stato posto in sequestro e messo a disposizione della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Parma.

            La persona fermata è stata denunciata in Stato di Libertà alla Procura della Repubblica di Parma per la violazione del Decreto Legislativo 06/07/2002 numero 137, che punisce coloro che effettuano tali ricerche che sono assolutamente vietate se eseguite senza concessione, e, punisce anche la detenzione di tali reperti che come si è detto appartengono allo Stato.  Occorre sapere che chi trova “occasionalmente” tali reperti ha l’obbligo di dichiararli entro ventiquattro ore all’Autorità di P.S. presente sul territorio.  

            Il fenomeno dei tombaroli è molto diffuso e pertanto quando riscontrato va segnalato con tempestive chiamate al 112 come ha fatto il buon cittadino che grazie a lui ha consentito nel suo piccolo di mettere sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti e degli specialisti di settore tale attività illecite. Le indagini da parte dei militari dell’Arma proseguono e non si esclude che potrebbero sortire altre sorprese in merito.

Comando Provinciale Carabinieri di Parma

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