
Fare chiarezza sui lavori di riqualificazione energetica e adeguamento sismico della sede di Forma Futuro di Parma in via La Spezia 110. È quanto chiede Priamo Bocchi, consigliere regionale e capogruppo in consiglio comunale di Fratelli d’Italia, attraverso un’interrogazione indirizzata alla Giunta della Regione Emilia-Romagna.
“Si tratta di un intervento cruciale, sia per l’importanza del complesso formativo sia per l’entità dell’investimento previsto, ma ci sono diversi aspetti su cui è necessario fare luce” spiega il meloniano.
Il progetto, che prevede una spesa di 6,49 milioni di euro finanziati attraverso l’Agenda trasformativa per lo sviluppo sostenibile (Atuss) del Comune di Parma con risorse del Fesr, contempla la parziale demolizione e ricostruzione degli edifici esistenti. Tuttavia, l’esponente di FdI, con il suo atto ispettivo, solleva alcuni interrogativi sul rispetto del cronoprogramma, la sicurezza sismica degli edifici e l’impatto complessivo dell’intervento.
“Vogliamo sapere se i lavori garantiranno il recupero integrale dei volumi attualmente esistenti o se si perderanno spazi importanti. Inoltre, la questione antisismica deve essere affrontata con urgenza: cosa è stato fatto ad oggi per risolvere questa criticità”? E, ancora, “i tempi previsti saranno davvero rispettati? Si parla di concludere e collaudare tutto entro il 31 dicembre 2026, ma è necessario un monitoraggio puntuale per evitare ritardi – sottolinea il consigliere regionale parmigiano”.
Bocchi invita inoltre l’ente guidato da Michele De Pascale a riflettere sull’ampliamento della platea di istituti di formazione accreditati da supportare: “Forma Futuro è certamente un’eccellenza, ma la Regione deve considerare la possibilità di sostenere anche altre realtà formative accreditate, che svolgono un ruolo fondamentale nel nostro sistema educativo e produttivo – spiega”.
“L’investimento nella formazione professionale è strategico per il futuro del nostro territorio, ma deve essere gestito con trasparenza e attenzione agli obiettivi finali. L’Emilia-Romagna non può permettersi di affrontare queste sfide senza una visione chiara e condivisa – conclude Bocchi.