“La nostra visione per la sanità dell’Emilia-Romagna è chiara: vogliamo un sistema moderno, efficiente e davvero vicino ai cittadini. Ridurre gli sprechi e migliorare l’utilizzo delle risorse è possibile, e questo è l’unico modo per garantire che i servizi essenziali siano potenziati”.
Così Emiliano Occhi, consigliere regionale della Lega, candidato per le prossime elezioni regionali.
“Dopo anni di difficoltà finanziarie, segnati da buchi di bilancio che hanno messo a dura prova le casse regionali, serve un cambio di rotta per garantire una sanità di qualità” spiega l’esponente del Carroccio ricordando come nel 2022, il deficit sanitario abbia richiesto interventi straordinari, con fondi destinati ad altri settori, come l’economia e l’ambiente, reindirizzati per coprire le esigenze delle aziende sanitarie.
“Non si può continuare a risolvere le criticità a spese di altri settori strategici. Dobbiamo intervenire con una riorganizzazione della spesa per eliminare gli sprechi e destinare le risorse direttamente a ciò che conta davvero: i servizi ai cittadini – afferma il leghista”.
La proposta della Lega per una sanità più sostenibile passa per l’efficienza e l’innovazione: “Implementare sistemi informatici avanzati e condividere le migliori pratiche tra le aziende sanitarie consentirebbe di ridurre i costi operativi e migliorare la qualità delle cure – spiega Occhi”.
“L’innovazione, sia in campo terapeutico che chirurgico, è una priorità: migliorare i percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (Pdta) significa offrire cure più efficaci, ridurre l’ospedalizzazione e abbattere i costi – prosegue”.
Altro tema critico quello delle liste d’attesa, una delle maggiori fonti di frustrazione per i cittadini: “Finalmente la Regione ha riconosciuto il problema delle ‘agende chiuse’ e ha introdotto le preliste. Ma non basta. Serve un sistema di gestione delle prenotazioni davvero efficiente, basato su tecnologie avanzate, per garantire che chi ha bisogno possa accedere ai servizi in tempi ragionevoli – aggiunge Occhi, che evidenzia anche la necessità di ripensare il servizio di emergenza-urgenza”.
“I Centri di assistenza urgenza (Cau) dovevano alleggerire i pronto soccorso, ma i risultati sono stati altalenanti e, in alcuni casi, questi centri hanno perso la loro funzione originaria, sostituendosi ai medici di base. Vogliamo garantire strutture che si occupino dei casi meno complessi, posizionate strategicamente vicino ai pronto soccorso, per rispondere meglio alle esigenze del territorio”.
Infine, un capitolo fondamentale è quello della medicina territoriale: “Non possiamo parlare di assistenza sanitaria pre-ospedaliera senza un investimento serio su medici di base e infermieri di famiglia. In particolare, nelle aree più svantaggiate, la Regione deve incentivare la formazione di nuovi medici e stringere accordi con gli enti locali per attrarre professionisti, offrendo loro condizioni di lavoro adeguate – conclude Occhi”.