
14/10/2011
h.16.00
Un teatro capace di captare lo “spirito del tempo”, di intercettare le innovazioni rapidissime di un’epoca che sta creando nuove mentalità, nuove passioni, nuovi desideri, nuovi comportamenti. Le linee artistiche della stagione 2011/2012 del Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti disegnano il profilo di una realtà culturale che vuole indagare criticamente la “modernità”, i processi di trasformazione tumultuosi di un presente in continua metamorfosi.
E’ un teatro che mette consapevolmente l’accento anche sulla sua natura di arte relazionale, sul suo carattere “sociale”, ponendo sempre più in connessione i due soggetti del “patto teatrale”, l’attore e lo spettatore, in un processo che quando esprime il massimo del suo potenziale cambia e fa crescere entrambi. Un rito laico in cui si faccia coerentemente strada anche nel pubblico la consapevolezza di una specificità formale, dell’identità di un linguaggio che non va confuso con quello dell’intrattenimento e del consumo.
CREARE E DIFFONDERE TEATRO – Accanto a queste direzioni di ricerca, la stagione 2011-12 rafforza l’identità di una struttura radicata nel territorio e proiettata quotidianamente fuori dai confini locali. Attraverso una intensa attività distributiva che dal cuore produttivo del Teatro al Parco si irradia verso altre città e altri luoghi di cultura, il Teatro delle Briciole si conferma come il motore di un’azione duplice, fatta di progetti e di attività che si diramano verso l’esterno, in Italia e all’estero, e che ricadono circolarmente verso l’interno, su Parma e sul suo territorio.
Ne è un esempio importante la ricca attività di giro degli spettacoli di produzione. Si pensi al Pinguino senza frac, fresco di debutto a Mosca, diretto da Letizia Quintavalla e adattato da un racconto di Silvio d’Arzo, grande outsider del 900 letterario, scrittore morto giovanissimo e molto amato da grandi come Montale. E si pensi alla trilogia che compone il progetto Politòi che verrà integralmente rappresentata a Marsiglia, al Théâtre Massalia (I grandi dittatori, Siamo qui riuniti, Scholé); alle tournée del vasto repertorio di “classici” che continuano ogni anno a simboleggiare ovunque vengano rappresentati l’identità storica del Teatro delle Briciole e a quelle dei progetti più recenti, come Baby don’t cry e La repubblica dei bambini che compongono il cantiere Nuovi sguardi per un pubblico giovane, con cui si affida a compagnie di spicco della scena sperimentale il compito di vivificare e rinnovare la lingua del teatro per l’infanzia.
E si pensi alla nuova co-produzione europea attivata con il Tof Théâtre, che ha dato origine a Piccoli sentimenti, uno spettacolo nato tra Parma e il Belgio intrecciando le professionalità tecniche, organizzative e artistiche dei due teatri, la cui première italiana verrà rappresentata proprio a Parma il mese prossimo, dopo la prima assoluta al prestigioso festival marionettistico di Charleville Mezières in Francia, esemplificando nel senso sopra descritto la messa in rete di competenze e progettualità.
E’ un patrimonio umano e professionale, quello del Teatro delle Briciole, che si consolida e si rinnova, anche sul versante generazionale, sostenendo artisti cresciuti nella sua “officina”, come Manuela Capece e Davide Doro della Compagnia Rodisio, a cui si è affidato un nuovo progetto al debutto in novembre, Cappuccetto rosso, riletto alla luce della illuminante interpretazione di Italo Calvino che vi vide un gioco recitativo per “far paura” ai bambini.
O come Elisa Cuppini e Savino Paparella, da anni attivi al Teatro al Parco anche in qualità di didatti con il progetto di formazione dell’attore Sradicare, e autori ora de La fiaba scordata, un viaggio, in cui si intrecciano teatro e danza, nell’universo simbolico della fiaba, in cui a condurre i genitori è un bambino (debutto ad aprile 2012). E ancora, Beatrice Baruffini e Agnese Scotti, autrici di un nuovo lavoro tratto da Il viaggio di Tonino Guerra, con cui viene inaugurato l’ Incubatore teatrale, un programma di sostegno ai giovani artisti per accelerare e favorire la nascita di nuovi progetti e produzioni da loro diretti.
Nel segno dell’incrocio tra musica e parola, in occasione del Giorno della Memoria, nasce La domanda su Mozart, lettura scenica curata ed interpretata da Piergiorgio Gallicani in collaborazione con il musicista Giampaolo Bandini: una riflessione sul tema della Shoah e del valore dell’arte, tratta dal racconto dello scrittore e illustratore inglese Michael Morpurgo.
LE PROPOSTE PER LE FAMIGLIE E PER LE SCUOLE – L’accento posto sul ruolo dello spettatore, l’idea di un rapporto più stretto tra teatro e pubblico, si esprime con forza nella nuova cornice che accompagna quest’anno le rassegne per le famiglie e per le scuole: Proposte di teatro per adulti e bambini insieme e Proposte di teatro per le scuole. L’esigenza di una relazione più forte e consapevole si esprime nella scelta di accompagnare alcuni spettacoli con momenti che prolungano la permanenza a teatro oltre la visione dello spettacolo, e si traduce in una serie di consigli e di suggerimenti nell’approccio, in un breve decalogo per un uso consapevole del teatro.
E’ nostra convinzione infatti che occorra ripartire da qui: da un pubblico, quello giovane, che per la sua stessa identità anagrafica si rinnova con estrema rapidità e rispecchia con evidenza i cambiamenti della società e dell’infanzia, su cui il Teatro delle Briciole ha potuto costruire un osservatorio privilegiato lungo 35 anni di vita. Da qui l’esigenza di un ragionamento sul ruolo anche dell’adulto accompagnatore, sulla specificità del linguaggio teatrale, sulla sua natura “rituale”, che ha regole proprie, che non vanno confuse con forme di espressione che nella società dello spettacolo sono sempre più diffuse.
Entrambe le rassegne focalizzano uno sguardo forte sui temi dell’iniziazione, del distacco dal nido familiare, del superamento di prove esistenziali come strumento di crescita personale, della curiosità infantile, della ribellione e dell’utopia, dell’amore e della sua assenza nell’infanzia, del rapporto tra vecchi e giovani, tra adolescenti e istituzioni, del bullismo, dell’esibizione del corpo femminile nel web, del ruolo dell’immagine dalle pitture rupestri alla Body Art; temi spesso indagati all’interno di racconti di formazione, viaggi iniziatici, classici del teatro e della letteratura adattati o riscritti: il ciclo bretone e le leggende arturiane (Artù e Merlino), Charles Perrault (Cappuccetto rosso, L’orco sconfitto – ispirato a Pollicino – , Barbablù), Hans Christian Andersen (Il brutto anatroccolo), Rudyard Kipling (L’elefantino), Edmond Rostand (Cirano), Ernest Hemingway (Il vecchio e il mare), Carlo Collodi (Secondo Pinocchio).
Un’attenzione particolare è dedicata alle nuove scritture contemporanee rivolte a un pubblico giovane (Terres!, Branco di scuola, Principessa, Somari) e alla prima infanzia (Mimì e la felicità, In mezzo al mare, Il lupo e la capra), includendo con generosità i linguaggi che oltrepassano il teatro di parola per sconfinare nella danza (Cappuccetto rosso, Romanzo d’infanzia), nelle ombre (Ombromania), nel mimo e nella clownerie (Bustric e il lupo), nel teatro di figura (Secondo Pinocchio, Locomotiva 1861), nelle nuove tecnologie (Farfalle), nella fusione tra narrazione e illustrazione dal vivo (La sfortuna di Ganda), nell’installazione artistica tra scrittura e teatro (Biblioteca de cuerdos y nudos).
La valorizzazione della memoria e e delle radici teatrali è alla base della proposizione, anche quest’anno, di una piccola antologia di “classici” che hanno lasciato un segno non indifferente nella “storia” del teatro-ragazzi.
LA STAGIONE DI TEATRO CONTEMPORANEO – La rassegna Proposte di teatro contemporaneo supera radicalmente il concetto di stagione teatrale pensata come “cartellone” e propone quattro percorsi di approfondimento intorno a concetti e ipotesi di lavoro, in cui si integrano il momento della visione dello spettacolo con un calendario di incontri tra gli artisti e gli spettatori nel foyer, condotti da Roberta Gandolfi, docente universitaria di storia del teatro contemporaneo all’Università di Parma, e dai suoi studenti.
“Il contromondo del riso” è un viaggio nella natura contraddittoria ma umanissima del riso (solo gli uomini ridono, gli animali giocano ma non sanno ridere). Il riso come punto di vista particolare e universale sul mondo, che percepisce la realtà in modo diverso ma non per questo meno importante di quello serio. E’ il caso della riduzione del Don Giovanni di Mozart per “boccacce e rumorini” e della riscrittura in chiave edoardiana del classico di fantascienza L’invasione degli ultracorpi, entrambi firmati dai Sacchi di sabbia; di Homo ridens, la nuova performance del Teatro Sotterraneo che “usa” il pubblico come “cavia” per un esperimento sui meccanismi del riso; di I am 1984, intarsio comico e tragico di indagini sulla modernità che intreccia pop culture e internet, diretto dal duo italo-croato Giuseppe Chico e Barbara Matijevič e prodotto in Francia; di Gagarin dell’italo-ungherese Gyula Molnàr, campionario irresistibile di personaggi e di ritratti possibili della figura del cosmonauta russo.
“Il viaggiatore incantato” è un ritratto di Marco Baliani, artista che ha cambiato radicalmente il teatro italiano e a cui il Teatro delle Briciole dedica un omaggio, nel segno di una lunga sintonia tradotta negli anni in tanti progetti condivisi. Un ritratto che percorre a ritroso la traiettoria del nomadismo narrativo di Baliani, dal suo nuovissimo lavoro che racconta la pagina più rimossa dell’Unità d’Italia (La terra promessa) risalendo fino al Kohlhaas, pietra miliare del teatro di narrazione, smontato e rimontato poi in una lezione-spettacolo, ma passando anche per un viaggio dentro l’oralità e il racconto lungo vent’anni di esperienze (Ho cavalcato in groppa a una sedia) e arricchendo l’intera monografia in un incontro condotto dalla studiosa Silvia Bottiroli, autrice di un documentatissimo libro su Baliani.
“Oltre il confine” ospita esempi di migrazioni del teatro oltre i limiti della sua concezione artistica pura, o perché frutto di un’impresa culturale coraggiosa e di grande significato sociale, come quella realizzata nel quartiere degradato di Scampia a Napoli dai ragazzi di Punta Corsara (con il loro Signor di Pourceaugnac, uno scatenato e corporale Molière tradotto all’ombra del Vesuvio); o perché coglie la specifica forza espressiva della disabilità, come nel lavoro di teatro-danza di Abbondanza-Bertoni con Patrizia Birolo (Le fumatrici di pecore); o perché lo sconfinamento avviene tra civiltà e culture, tra Oriente e Occidente, come nell’indagine che lo svizzero Yan Duyvendak e l’egiziano Omar Ghayatt operano su se stessi e sullo spettatore (Made in Paradise).
O.n.t. (Osservazione nuovi talenti) è il progetto con cui il Teatro delle Briciole continua la sua opera di sostegno e promozione dei giovani artisti della nuova scena italiana, dando continuità a quel costante percorso di emersione realizzato dal Premio Scenario e dal Premio Scenario per Ustica, di cui vengono ospitati gli spettacoli vincitori dell’edizione 2011 (InFactory di Matteo Latino e Due passi sono di Carullo/Minasi).
ZONA FRANCA (12/27 novembre 2011) – Come lo scorso anno l’inizio della stagione è scandito da Zona Franca, che costituisce momento integrante delle tre rassegne di cui si compone il programma e che è parte di InContemporanea Parma Festival, un progetto ideato da Teatro Due, Teatro delle Briciole e Lenz Rifrazioni, un programma coordinato di appuntamenti in cui si intrecciano i cartelloni di Teatro Festival, Zona Franca e Natura Dèi Teatri.