
30/04/2011
h.18.10
La decisione di Berlusconi di inviare aerei italiani a bombardare la Libia è decisione più delirante che lungimirante.
Più di una ragione avrebbe dovuto indurre il nostro Paese a non assumere posizioni interventiste. Giusto un secolo fa l’esercito italiano ha invaso la Libia e compiuto crimini e deportazioni di massa che non possono essere dimenticate. Già quel tragico evento avrebbe dovuto consigliare una scelta neutrale e defilata.
Il Presidente del Consiglio ha deciso di associare l’Itala a Francia e Inghilterra nei bombardamenti sulla Libia, forzando la risoluzione dell’ ONU che autorizza solo l’azione di interposizione tra i contendenti. Ancora una volta la NATO, chiamata in campo anche dall’Italia, ha preferito mettere mano alle bombe anziché alle azioni diplomatiche. Il nostro Paese, attuando una scelta di neutralità, avrebbe potuto svolgere, unitamente alla Germania, un credibile ruolo di mediazione. Invece Berlusconi, improvvisamente, dopo aver rassicurato gli Italiani anziché promuovere azioni politiche finalizzate alla cessazione degli scontri in atto nelle città libiche, ha deciso di autorizzare i bombardamenti aerei sulla Libia.
Purtroppo alla infausta decisione ha fatto seguito la “benedizione” del Presidente della Repubblica in netto contrasto con l’espressa indignazione del Vescovo di Tripoli e di tanti Cittadini italiani amanti della pace. Viene da chiedersi che fine ha fatto la risoluzione dell’ ONU 1973 che chiede a tutti di operare per raggiungere l’immediato cessate il fuoco e la fine di tutte le violenze e gli attacchi contro la popolazione.
Quali i veri motivi che hanno portato l’Italia ad unirsi a Francia e Inghilterra nei bombardamenti sulla Libia? L’unico risultato finora ottenuto è stato quello di provocare i cosiddetti danni collaterali che altro non sono che il ferimento e l’uccisione di civili nonché la distruzione di beni pubblici e privati. C’è ancora chi pensa e/o vuole far credere che le bombe italiane hanno funzione umanitaria? Ben altre sono le motivazioni che hanno determinato l’intervento armato di Francia, Inghilterra e Italia: il controllo e il possesso delle risorse energetiche libiche. La democrazia non si esporta con le bombe.
E’ questa una certezza che ci viene dalle tragedie del passato.
Al Capo del Governo italiano e ai suoi sudditi non è venuto alcun insegnamento dai tragici bombardamenti effettuati dall’Italia sulla Yugoslavia e dalle due inutili, devastanti e tragiche guerre di Iraq ed Afghanistan pagate a caro prezzo con perdite di vite umane e spreco di risorse che avrebbero dovuto essere meglio impiegate.
L’auspicio è quello di un ravvedimento che possa portare alla sospensione degli interventi militari e alla ripresa di azioni diplomatiche per la risoluzione pacifica degli scontri in atto.
Marco Ablondi
Capogruppo P.R.C
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