Up: “Bene Renzi sulle tasse. Basta con la vecchia sinistra”

SMA MODENA
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La reazione di Bersani, e di altri politici vicini alle sue posizioni, sul “tax cut” annunciato da Renzi all’assemblea del Pd è assai emblematica. Tali soggetti politici sono ancora fermi dell’idea di fisco professata dall’ex ministro Vincenzo Visco in periodi, peraltro, dal punto di vista dell’economia reale del Paese, geologicamente lontane dal momento che stiamo vivendo.

Certo, il contrasto all’evasione è un obiettivo e continuerà ad essere perseguito, in modo non persecutorio, attraverso i nuovi strumenti digitali e le banche dati. Ma il premier ha capito, e non ci voleva molto del resto, che il problema oggi è quello di liberare il più possibile le energie economiche e gli investimenti per produrre crescita ed occupazione e quindi finanziare sgravi fiscali con tagli alla spesa.

Infatti, le ricette “tax & spending” della sinistra tradizionale non funzionano più ed i partiti progressisti inesorabilmente vengono bocciati dagli elettori come è successo all’ old-laburista Ed Miliband.

Oggi l’equità si ottiene distribuendo il sollievo degli sgravi fiscali in modo giusto ed atto a produrre i maggiori benefici per la collettività; per questo, suggeriremmo a Renzi di partire con l’alleggerimento dei redditi, piuttosto che dei patrimoni, di investire integralmente i miliardi (15) destinati alle imprese al taglio della vera peculiarità italiana, l’IRAP (infatti l’aliquota Ires del 27.5% non rappresenta una corporate tax fuori dal mondo) ed ad utilizzare quelli destinati all’Irpef per un quoziente familiare moderno ed europeo.

Insomma, Berlusconi non era criticabile perché prometteva tagli fiscali ma perché non è riuscito a realizzarli. Ed il PD ed i suoi alleati dovrebbero essere compatto come mai su una proposta del genere che, oltre che equa ed opportuna, è estremamente popolare anche per superare la definizione senz’altro pesante di sinistra delle tasse.

Comitato Up – lacrescitafelice

Parma