
26/10/2013
La notizia delle dimissioni rassegnate dalla Comandante della Polizia Municipale Patrizia Verrusio non rappresentano certo un fulmine a ciel sereno ma l’atto dovuto da parte di chi negli ultimi tempi ha creato non pochi grattacapi alla giunta Pizzarotti. Sentiremo le motivazioni ufficiali di tali dimissioni ma abbiamo già avuto informazione che saranno le solite “questioni personali o famigliari”.
Tuttavia la verità è sintetizzabile in una indagine per peculato nei confronti della Dr.ssa Verrusio per il presunto utilizzo di macchine di servizio per recarsi al lavoro. Non si possono comunque dimenticare i notevoli attriti in seno al Comando della Polizia Municipale per una gestione del corpo autoritaria e dirigistica. La vicenda, inutile dirlo, ha risvolti politici che non si possono ignorare: non piu tardi di pochi giorni fa l’amministrazione comunale, nonostante le questioni emerse, ha confermato fiducia ed apprezzamento alla Comandante.
Al sottoscritto, lo stesso assessore competente ha invece comunicato numeri di matricola di genere diverso da quelli in possesso della Regione Emilia Romagna relativi alle vetture che allora furono acquistate con fondi regionali e tra le quali si sospetta rientrino le due che furono utilizzate dalla comandante per il tragitto stazione ferroviaria posto di lavoro. Il sospetto più che fondato è che si è tentato di coprire un ipotizzato reato anziché correre ai ripari in modo trasparente e corretto. La responsabilità politica della scelta e della maldestra difesa della comandante implicano il dovere di trarne le relative conseguenze anche presso gli amministratori. Ma l’insipiente ed opaco stile amministrativo di questa amministrazione che poco più di un anno fa si presentava invece come corretta, trasparente ed onesta traspare anche da un’altra recente vicenda: la reticenza con cui non si è ancora fatta luce sulle onerose consulenze in sospetto di illegittimità conferite dal Commissario Ciclosi e proseguite con il sindaco Pizzarotti.
Da tempo ho infatti depositato un ordine del giorno sull’argomento che si cerca di non discutere. Non vorremmo che si debba trarre la conclusione per cui l’amministrazione 5 Stelle adotti due pesi e due misure in ordine alle indagini amministrative a seconda che riguardino l’amministrazione precedente o quelle commissariale e attuale. È comunque sempre ferma la mia convinzione che la correttezza e l’onestà non sono prerogativa di un partito o di un movimento ma delle coscienza personale degli individui.
Il capogruppo di Forza Italia nel Consiglio comunale di Parma
Paolo Buzzi
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Al netto del fatto che ad oggi non conosciamo ancora le ragioni delle dimissioni della Comandante della Polizia Municipale Verrusio, possiamo dire che esse non sono solo un atto dovuto, vista la vicenda delle auto di servizio utilizzate come taxi, ma sono soprattutto un atto tardivo, giunto all’indomani di un’ispezione della Guardia di Finanza che smentisce clamorosamente le teorie che l’assessore Casa e il sindaco Pizzarotti ci hanno propinato in questi mesi.
Come dimenticare a questo proposito il comunicato secondo cui il Comandante della Polizia Municipale è sempre in servizio quando si trova sul territorio provinciale e distribuito improvvidamente all’indomani della pubblicazione delle foto che “inchiodavano” la comandante Verrusio alle proprie responsabilità? La verità è che Pizzarotti e Casa hanno deciso da subito di difendere a spada tratta la “loro” dirigente, per assumere la quale – ricordiamolo – il Comune è tutt’oggi in causa con il suo predecessore, il dottor Cimino. Una difesa ottusa, che ha negato l’evidenza e che alla fine ha prodotto un’inchiesta della magistratura, un’ispezione della Finanza e dimissioni frettolose quantomeno “sospette”. Un bel risultato di cui qualcuno dovrebbe prendersi la responsabilità. Il Sindaco in primo luogo, per aver avallato queste scelte, e l’assessore Casa che ha la delega alla Municipale e che per legge “impartisce le direttive, vigila sull’espletamento del servizio e adotta i provvedimenti previsti dalle leggi e dai regolamenti”.
Se l’assessore poteva non sapere prima degli articoli sui giornali, dopo sapeva. E ha scelto di raccontarci che non è successo nulla e che tutto procedeva in un clima idilliaco. Mi sia consentita un’ultima considerazione: francamente non avremmo più voluto vedere la Finanza in Comune e non avremmo più voluto vedere dirigenti dimissionati in fretta e furia “per motivi personali”. Parma esce esausta da quattro anni di inchieste, blitz e arresti. Di tutto aveva bisogno tranne che risvegliarsi nello stesso incubo, sia pure per una vicenda piccola piccola.
Ecco, proprio la venialità del reato contestato alla Verrusio, mi fa pensare che forse con un po’ di coraggio e un pizzico di quella trasparenza amministrativa che il movimento 5 stelle tanto sbandiera si sarebbe potuto evitare alla città questa ennesima figuraccia.
Roberto Ghiretti
Parma Unita