
17/01/2013
Pier Luigi Zavaroni, giornalista di Polis Quotidiano, scrive sul proprio profilo di Facebook in merito all’inchiesta Public Money che ha portato agli arresti domiciliari del suo editore Angelo Buzzi.
Una giornata allucinante volge al termine.
Ci sono due vicende in questa storia.
La prima riguarda il mio editore Angelo Buzzi, arrestato questa mattina. Di questa storia ne so quanto voi, più o meno quello che leggerete domani su un numero di Polis. Quale ruolo abbia avuto in questa vicenda, se sia colpevole o innocente, non lo so, e sinceramente non mi interessa perché non faccio il magistrato, quindi non sta a me dirlo, e perché non sono lui, quindi non posso saperlo. Con un francesismo: sono cazzi suoi. Mi dispiace sia in carcere una persona che vedo ogni giorno, che ogni tanto mi fa incazzare, ma a cui non avrei mai augurato questo, perché in fondo con me è sempre stato corretto, ma è un altro discorso. Se ha sbagliato, paghi, se è innocente, si chieda scusa per ogni giorno di carcere.
L’altra questione riguarda il lavoro di chi come me tutti i giorni si reca in quella redazione. Molti di voi mi hanno chiamato incazzati per quello che avevo scritto, qualcuno avrebbe voluto più spazio, per trascrivere gli scleri di un importante esponente del PdCI dovrei disboscare la foresta amazzonica. Avrò pestato qualche merda, qualche altra volta avrò lavorato bene, di sicuro ho sempre cercato di fare il mio lavoro con onesta ed impegno. E molto spesso l’imparzialità mi è stata riconosciuta anche da chi la pensa molto, molto diversamente da me.
Il resto, almeno per me, non conta.
Pier Luigi Zavaroni
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