
L’11 maggio 1857 i ribelli indiani strappano Delhi ai britannici.
I moti indiani del 1857 furono una serie di azioni di ribellione armata sfociati in una grande rivolta quasi generale contro il potere coloniale britannico in India della Compagnia britannica delle Indie orientali (British East India Company); la ribellione si sviluppò fra i primi del 1857 e la metà del 1858. La rivolta è nota prevalentemente nelle fonti britanniche e occidentali come rivolta dei Sepoy, rivolta indiana del 1857, Great Indian Mutiny o Indian Mutiny (“ammutinamento indiano”), mentre nelle fonti indiane viene denominata prima guerra d’indipendenza indiana.
La ribellione iniziò con l’ammutinamento di gran parte delle truppe sepoy dell’esercito anglo-indiano del Bengala e si estese maggiormente nell’area centro-settentrionale dell’India, con alcune propaggini altrove. Dopo i primi segni di un crescente malcontento nel gennaio 1857, una rivolta su scala più ampia esplose nel maggio 1857 e si trasformò in quella che può essere definita una guerra aperta nelle regioni coinvolte.
Questo conflitto si manifestò verso la fine del dominio diretto della Compagnia britannica delle Indie orientali, e che portò al governo diretto delle autorità britanniche (Raj britannico) sulla maggior parte del subcontinente indiano nei successivi 90 anni, malgrado alcuni Stati conservassero un’indipendenza nominale sotto i rispettivi Raja, ossia re.