La scoperta di un D’Annunzio friendly attraverso le peregrinazioni nel Vittoriale

PARMAGAILY – Dal 15 giugno e’ in corso presso l’ex oratorio di San Quirino una bellissima mostra fotografica dal titolo ” l’effimero e l’eterno ” organizzata dal gruppo Color’s light Colorno e che ha visto presenti all’inaugurazione la consigliera comunale Valeria Ronchini e il fotografo Gigi Montali.

Sabato 22 c’è stata l’illuminante ed erudita presentazione da parte della professoressa Eles Iotti la quale ha avuto la cura della mostra selezionando 50 foto tra gli oltre 500 scatti effettuati. Proprio dalle parole della nota critica d’arte parmigiana si è potuto evincere come il Vate sostenitore e ideatore della teoria del ” superuomo”, non fosse, in effetti, così intransigente nei confronti di molte trasgressioni. Dagli arredi della sua sontuosa dimora vien fuori un D’Annunzio sensibile al bello, al fine e al delicato, cose che appartengono anche allo stile di molti omosessuali.

Dalle foto vien fuori la sua passione per i bei tessuti come le sete ricamate e i drappi damascati; inoltre il ” poeta sacro” era appassionato di biancheria e aveva un guardaroba ben fornito. Con ciò non possiamo denunciare note o atteggiamenti sospetti del corteggiato poeta, ma possiamo leggere sotto un’ altra luce la storia del Vittoriale. La passione per il bello, il culto per l’arte, la necessità di circondarsi di cose effimere stridono con l’immagine di superuomo che il D’Annunzio ha lasciato di se’ ai posteri. Certo, il mondo omosessuale e’ ugualmente affascinato dal bello, dal prezioso e dal ricercato, ma di certo nessuno raggiunge il gusto eclettico dello scrittore pescarese che accosta e raccoglie oggetti molto diversi tra loro.

Qualcuno vuole leggere nell’architettura classicheggiante del Vittoriale e in tutte le statue di Dei greci un piacere inconfessato del Vate a circondarsi anche di opere artistiche con fattezze mascoline prima fra tutte la statua di Antinoo il giovane greco che fece innamorare di se l’imperatore Adriano. Nulla vorrà dire, ma sicuramente si può ricollegare a tale teoria il fatto che D’Annunzio avesse fatto riprodurre nel proprio bagno blu gli Ignudi della Cappella Sistina del Michelangelo e che avesse decorato personalmente con gli occhi azzurri e un lezioso perizoma un kouros arcaico.

A dar man forte a questa rilettura in chiave friendly degli ultimi anni del padre del Decadentismo ci sono anche alcuni storici i quali ricordano come il sommo Vate tollerasse pochi anni prima, in quel di Fiume, trasgressioni e leggerezze. Infatti nella carta costituzionale del Quarnaro aveva abolito ogni reato che potesse derivare da una condotta omosessuale. Pur essendo un amante dell’ “arditezza” era sostenitore del rispetto delle libertà ed in più occasioni sosteneva uno spirito anticonformista. Dalla finestra della sua casa di Fiume ammirava compiaciuto i suoi arditi che tenendosi per mano salivano la collina pervasi da una “disordinata” euforia.

Di certo gli scatti fotografici esposti in San Quirino mettono in evidenza soprattutto la grandiosità e il suo amore per il bello, ma a noi nulla vieta di fantasticare un D’Annunzio trasgressivo che al termine di ogni discorso gridava sempre ” viva l’amore”.

Raffaele Crispo- Elvis Ronzoni

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