Immigrati, “in Emilia abbiamo già dato”

SMA MODENA
lombatti_mar24

14/04/2015
h.18.10

“In Emilia ci sono case, caserme e palazzi di proprietà dello Stato vuoti? Bene, in regione, purtroppo, ci sono ancora famiglie, giovani, bambini ed anziani che aspettano una risposta all’emergenza abitativa del post terremoto e del dopo alluvione. Si intervenga in fretta e si diano a loro dei nuovi alloggi. Si sentano i sindaci e gli assessori al Welfare dei Comuni emiliani e si intervenga a sostegno di chi, colpito dalla crisi economica, non riesce più ad andare avanti”.
Così Fabio Rainieri, segretario nazionale della Lega Nord Emilia e vicepresidente del consiglio regionale dell’Emilia Romagna risponde a Renzi e ad Alfano che sono alla ricerca di altri 6500 posti letto per gli immigrati.
“Prima la nostra gente non è uno slogan buttato lì tanto per fare – attacca Rainieri -. E’ un chiaro indirizzo politico. E prima la nostra gente, vuol dire prima chi paga le tasse, prima le nostre famiglie. Prima gli Emiliani. Se Alfano e Renzi hanno tanta voglia di aprire le porte a tutti quelli che arrivano sulle nostre coste, aprano quella di casa loro. In Emilia abbiamo già dato e siamo stanchi di essere ricordati sempre e solo quando c’è da dare. Stiamo ancora aspettando le risposte del governo al terremoto e all’alluvione. L’ultimo problema che ci poniamo è dove fare dormire gli immigrati”.

LEGA NORD PARMA: “PRONTI A MANIFESTARE DURAMENTE”
“Se qualcuno pensa di mettere a disposizione di nuovi clandestini alberghi, scuole o caserme, evidentemente non ha fatto i conti con la Lega Nord e soprattutto con la realtà. Anche in tutta la provincia di Parma, come ha già annunciato il nostro segretario federale, Matteo Salvini, siamo pronti a manifestare duramente contro l’arrivo indiscriminato di nuovi disperati, la maggioranza dei quali non saranno riconosciuti come aventi diritto all’asilo”.
Lo annuncia Emiliano Occhi, segretario provinciale della Lega Nord di Parma che aggiunge: “il Governo non vuole fermare gli sbarchi, noi però dobbiamo impedire che strutture, specialmente se pubbliche, continuino ad essere utilizzate come campi di concentramento, ingrossando le tasche dei soliti noti. La verifica di chi ha o meno diritto allo status di rifugiato deve essere fatta direttamente nei luoghi di partenza”.