Nei giorni scorsi, al termine di una complessa attività investigativa, i Carabinieri della Stazione di Parma Oltretorrente hanno denunciato alla Procura della Repubblica un 32enne italiano, ritenuto il presunto responsabile di una truffa ai danni di una donna di 50 anni residente in provincia.
La truffa, nota come vishing, sfrutta l’uso di tecnologie digitali e sistemi per mascherare i numeri telefonici, facendo leva sulla fiducia che le vittime ripongono in figure professionali come operatori bancari o forze dell’ordine. Il raggiro inizia con una telefonata o un SMS apparentemente provenienti dalla banca della vittima, contenenti l’allarme per un presunto tentativo di prelievo o pagamento non autorizzato. A seguito del primo contatto, la vittima riceve una seconda chiamata da un falso carabiniere o poliziotto, che si presenta come incaricato delle indagini e la convince a trasferire i propri risparmi su un conto “sicuro” e temporaneo. In realtà, il conto è gestito dai truffatori, che provvedono immediatamente a spostare i fondi su altri conti, rendendone difficile il tracciamento.
Questo è quanto accaduto lo scorso maggio a una 50enne della provincia di Parma. La donna è stata contattata da un numero di cellulare che, pur non appartenendo chiaramente al suo istituto bancario, riportava riferimenti plausibili alla banca. Il messaggio la informava di un bonifico in uscita di quasi 3.000 euro, invitandola a contattare un altro numero per ottenere chiarimenti.
Preoccupata, la donna ha richiamato il numero indicato, entrando in contatto con un sedicente operatore della banca, che l’ha avvisata di un presunto attacco informatico al suo conto. Le è stato detto che, a breve, sarebbe stata contattata dai Carabinieri, già allertati dalla stessa banca.
Poco dopo, la 50enne ha effettivamente ricevuto una seconda telefonata, proveniente da un numero corrispondente a quello reale dei Carabinieri di Parma. L’interlocutore, spacciandosi per un carabiniere, ha intrattenuto la vittima in una lunga conversazione durata ore, durante la quale la donna è stata più volte messa in attesa, probabilmente per impedirle di effettuare altre chiamate. Alla fine, la vittima è stata convinta a recarsi presso la propria banca e a trasferire 12.000 euro su un conto indicato dal falso carabiniere, che lo aveva descritto come temporaneo e utile per “mettere in sicurezza” i fondi.
Solo in seguito, resasi conto dell’inganno e non riuscendo più a contattare i numeri chiamati in precedenza – risultati spenti – la donna si è rivolta ai veri Carabinieri di Parma, che le hanno confermato il sospetto di essere stata vittima di una truffa.
Avviate immediatamente le indagini, i militari sono riusciti, grazie alla collaborazione con istituti di credito e gestori telefonici, a risalire al titolare del conto corrente su cui era stato versato il denaro. I riscontri investigativi hanno permesso di raccogliere solidi elementi di prova a carico del presunto truffatore: si tratta di un 32enne italiano residente fuori regione, ora denunciato all’Autorità Giudiziaria. L’uomo dovrà rispondere dell’accusa di truffa, con la presunzione di innocenza garantita fino a eventuale sentenza definitiva.