“Il Disperato”: la compagnia Wunderbaum porta a Teatro Due una lucida riflessione su violenza e la fragilità umana

Una tragedia moderna senza via d’uscita, che mette in scena il dramma familiare di un padre sconfitto e la violenza silenziosa della nostra società

di TommasoVillani

Negli ultimi anni molte famiglie hanno vissuto una crescente precarietà economica e sociale, con tensioni interne sempre più forti. Rabbia, frustrazione e isolamento hanno alimentato un clima di disagio profondo, spesso sfociato in episodi tragici e difficili da comprendere. Da questa riflessione nasce “Il Disperato”, il nuovo spettacolo della compagnia Wunderbaum, diretta dall’attrice e regista Marleen Scholten, in scena al Teatro Due il 29 e 30 ottobre alle ore 20.30.

Per la creazione dello spettacolo, Scholten — affiancata da Alessandro Riceci, Ludovica Callerio ed Elisabetta Bruni — ha condotto una ricerca sul tema della disperazione umana, esplorando con l’aiuto di un criminologo e di un sociologo i meccanismi che possono portare a gesti estremi come omicidio-suicidio e femminicidio.

Sul palcoscenico prende forma la storia di una famiglia comune, chiusa tra le mura domestiche e schiacciata dalle difficoltà quotidiane. Il padre, rimasto senza lavoro e senza prospettive, perde progressivamente la fiducia in sé stesso e nel futuro, fino a compiere un gesto tragico nel tentativo disperato di “salvare” i propri cari da un’esistenza percepita come insostenibile. “Il Disperato” affronta con intensità e lucidità i temi della fragilità, della perdita e della violenza latente che attraversano la società contemporanea, invitando lo spettatore a interrogarsi sulle crepe nascoste della normalità e sulla necessità di ripensare il concetto stesso di forza e di maschile. Lo spettacolo invita il pubblico a osservare ciò che spesso resta nascosto dietro le pareti domestiche: non la violenza nel suo manifestarsi fisico, ma quella più sottile e corrosiva, di natura emotiva, relazionale e culturale.

La messinscena si fa specchio del reale, portando in scena la dinamica della violenza come riflesso di una società che impone la felicità a ogni costo e dell’idealizzazione del maschile tipica della cultura patriarcale. Il “buon padre di famiglia”, figura guida e simbolo di forza, appare così intrappolato in un modello che non ammette fragilità, vulnerabilità o richiesta d’aiuto. In un intreccio intenso di emozioni e tensioni, il lavoro teatrale smaschera i meccanismi più subdoli della violenza – l’impotenza, la dipendenza, la disperazione, il controllo – mostrando come essi si insinuino nelle relazioni fino ad annullare l’ascolto, la reciprocità e la soggettività.
Informazioni e biglietteria: biglietteria@teatrodue.org – tel: 0521.230242 – www.teatrodue.org

Concept, drammaturgia, regia Marleen Scholten | Wunderbaum, con Marleen Scholten, Alessandro Riceci, Ludovica Callerio, Elisabetta Bruni. Dramaturg Dafne Niglio. Scenografia e luci Maarten van Otterdijk. Tecnico Enrico Mirante Produzione Acteursgroep Wunderbaum, Associazione TRAK. Grazie a Romaeuropa, Zona K, Theater Rotterdam, Paolo Aniello, Paolo Mastromo, Tiziana Colla. Un ringraziamento speciale a Paolo Giulini-criminologo clinico, Roberto Bezzi-Responsabile Area Educativa Seconda Casa di Reclusione Milano. Con il supporto di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia e Residenza Spazio Nobelperlapace / Arti e Spettacolo L’Aquila. Foto di scena Luca Chiaudano. Video Huub Laurens.

Tommaso Villani

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