Costi Regio, “con questa Giunta cambio di rotta”

confartigianatomaggio
Contabile_giugno24

31/10/2013
h.18.30

In considerazione della recente controversia riguardante i passati costi di gestione del Teatro Regio, si dichiara quanto segue.
Durante l’ultimo Consiglio Comunale le informazioni sono state date dal Sindaco in modo chiaro e palese, sotto il profilo dell’assoluta trasparenza e su legittima richiesta da parte di alcuni consiglieri.
Rendere pubbliche ed evidenti le informazioni, peraltro, non è motivo di polemica, ma soltanto la volontà di dare notizie certe e chiare sulla conduzione del più grande ed importante teatro di Parma, scindendo quella che è la cultura dalla politica.
Inequivocabilmente i numeri dei costi complessivi delle retribuzioni e spese accessorie parlano di un risparmio attuale del 30%: anche se nel dettaglio i paragoni andrebbero fatti tra il vecchio ruolo del Sovrintendente con l’attuale Direttore Artistico, e tra il vecchio ruolo di Segretario Generale con l’attuale Amministratore Esecutivo, sotto la passata direzione artistica e amministrativa, da ottobre 2010 a settembre 2011, le spese equivalevano a circa 454mila euro. Sotto l’attuale direzione del maestro Paolo Arcà e del dott. Carlo Fontana, da ottobre 2012 a settembre 2013, i costi sono invece scesi a circa 349mila euro.
Il dibattito in Consiglio Comunale non è mai andato oltre questo tema. Si consideri poi un’altra tipologia di dati, molto netti e questa volta riguardanti il debito del Teatro: non appena insediatasi l’Amministrazione Pizzarotti, al 31 luglio 2012 il deficit equivaleva a circa 9 milioni di euro, tra debiti con le banche e verso i fornitori. Ancora più consistente era al 31 dicembre 2011, che si attestava ad un totale di circa 11 milioni.
“Il Regio è una fonte di cultura e di ricchezza per tutta la città, e tale deve restare”, ha affermato Pizzarotti, che poi ha continuato: “Per questo 9 milioni di euro di debito non la ritengo per nulla una buona gestione. Questo ho detto in Consiglio, e questo ribadisco con fermezza”. Ha infine concluso: “La storia passata non ci interessa più, abbiamo già invertito la rotta. Adesso pensiamo solo al bene del Regio, e non ci interessano neppure le polemiche: il rilancio della cultura è un servizio che dobbiamo alla città e al nostro Teatro”.

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