La fine del Terzo Reich

SMA MODENA

30/04/2015

ACCADDE OGGI: Il 30 Aprile 1945 dopo aver avuto conferma della morte di Mussolini e informato che i soldati dell’Armata Rossa erano ormai a poche centinaia di metri dalla cancelleria del Reichstag e del Führerbunker, dove era rifugiato, Adolf Hitler si suicidava insieme alla moglie Eva Braun, sposata il giorno precedente quando aveva dettato il suo testamento alla segretaria Traudl Junge.
Da pochi giorni il leader nazista aveva avuto conferma dei tradimenti dei fedelissimi Himmler, che si era consegnato agli alleati tentando di negoziare la resa per la Germania, e Göring, che aveva cercato di sostituirsi a Hitler in qualità di Führer.
In un contesto di disfatta e nonostante l’assedio sovietico a Berlino iniziato il 20 Aprile non lasciasse intravedere la possibilità di rovesciare la situazione a favore delle forze tedesche, Hitler aveva comunque dato ordine di resistere ad oltranza.
Il 29 Aprile apprese della morte di Mussolini e della sorte toccata ai cadaveri dell’ex-alleato e dell’amante, Claretta Petacci, impiccati per i piedi a Milano ed esposti all’oltraggio della folla. Successivamente nella tarda mattinata del 30, il generale Weidling lo informò che le avanguardie sovietiche circondavano l’area del bunker della Cancelleria e che probabilmente quel che rimaneva della guarnigione di Berlino, ormai a corto di munizioni, sarebbe stata presto impossibilitata a continuare i combattimenti destinati a terminare di lì a poche ore.
È probabile che la combinazione di questi fattori rafforzarono la decisione di Hitler a non farsi prendere prigioniero dai Russi per non subire una sorte analoga a quella del’’ex dittatore italiano.
Nel pomeriggio, dopo aver salutato i pochi presenti, si chiuse nel suo studio con la moglie. I corpi esanimi dei due saranno trovati verso le 15.30 riversi sul divano: Hitler si era sparato un colpo di pistola alla testa dopo aver ingerito una capsula di cianuro, mentre per la Braun era stato sufficiente il veleno. I cadaveri furono arrotolati in tappeti e portati fuori dal bunker, dove, secondo le istruzioni date precedentemente dallo stesso Hitler, saranno cosparsi di benzina e dati alle fiamme nel giardino devastato dalle bombe.
Il 1 Maggio l’ammiraglio Karl Döenitz, divenuto presidente del Reich secondo la volontà di Hitler, annuncerà che il Führer era morto. Il giorno successivo, Mercoledì 2 Maggio, il soldato dell’Armata Rossa Alexei Kovalyov, originario di Kiev, issava la bandiera Sovietica sulla cima del Reichstag ed insieme ai compagni d’arme Abdulkhakim Ismailov e Leonid Gorychev le rendeva omaggio, simbolicamente dimostrando con il suo atto che la guerra in Europa era terminata, e con essa il Reich destinato a durare mille anni.

Alessandro Guardamagna