
09/09/2014
ACCADDE OGGI: Esattamente 38 anni moriva a Pechino Mao Tse-tung (era nato il 26 Dicembre 1893 a Shaoshan, nella provincia di Hunan), considerato il massimo teorico cinese del Marxismo, comandante dell’esercito rivoluzionario e statista, nel 1921 fu uno dei fondatori del partito comunista cinese, di cui diventerà leader incontrastato nel 1935. Assunse la carica di presidente della Repubblica Popolare Cinese nel decennio 1949-1959 e successivamente divenne presidente del partito.
L’emergere della Cina come la nazione più popolosa del mondo a cavallo fra le due guerre mondiali si accompagnò all’ascesa di Mao che ha occupato un ruolo chiave nella storia della rinascita di una paese ancora semifeudale agli inizi del XX secolo, e che con Mao intraprende un lungo percorso di sviluppo economico e di profonde trasformazioni sociali. Mao non ebbe un ruolo dominante durante tutta la lotta al nazionalismo e nei primi anni di vita del Partito Comunista Cinese la sua importanza su secondaria. Analizzando l’intero periodo che va dalla fondazione del partito nel 1921 alla morte di Mao nel 1976, si può comunque ragionevolmente considerare Mao Tse-tung come il principale architetto della nuova Cina.
Artefice di un progressivo distacco dall’orbita comunista sovietica a partire dal 1960 e di maggior apertura verso l’occidente – di cui per anni si era dichiarato strenuo avversario – in funzione anti-sovietica, Mao promuoveva contemporaneamente la “Rivoluzione Culturale”, tesa a rinvigorire gli ideali rivoluzionari e una maggiore dedizione ai valori autentici della dottrina comunista. Tale azione di rinnovamento significò anche la morte o la prigionia per migliaia di cinesi da parte delle Guardie Rosse, i giovani sostenitori della sua linea politica. Nota fu sempre la sua fiducia nelle masse, come perno centrale di qualsiasi cambiamento rivoluzionario. Mao era solito dire che vero baluardo di ferro della società “Sono le masse, i milioni e milioni di persone che hanno veramente a cuore la rivoluzione e sinceramente la sostengono”.
Uno dei suoi ultimi successi diplomatici fu la storica visita del presidente americano Richard Nixon, che incontrò Mao a Pechino nel 1972. Dopo di allora Mao, ammalato ormai di Parkinson, inizierà a diradare gli impegni pubblici, pur conservando fino alla morte la carica di presidente del Partito Comunista Cinese.
Alessandro Guardamagna