
10/02/2015
h.13.10
Una storia di orrore e di dolore, una scia di sangue che percorre tutto il Novecento e che oggi, dopo decenni di silenzio e di negazione, costringe l’Italia a fare i conti con il suo passato.
Solo undici anni fa il Giorno del Ricordo diventava una legge dello Stato, fino ad allora c’era stato il silenzio, la negazione di una tragedia immane. Quelle voragini del Carso sono rimaste mute per lungo tempo, troppo. Undici anni fa l’On. Roberto Menia, con un atto di pietà cristiana e di civiltà, portava a compimento la sacrosanta battaglia del Ricordo, in memoria di quei morti senza Croce.
Un anno prima ci aveva pensato Francesco Storace: era il 2003 quando la Regione Lazio, sotto la sua presidenza, istituiva il Giorno del Ricordo. I libri di storia cominceranno finalmente a parlarne, da quel momento in poi, dopo decenni. Una ferita aperta, e tale resta: ma comincia ad essere una ferita di tutti, di un popolo, quello italiano, che ha tardato un po’ troppo a farci i conti ma che oggi – se escludiamo qualche rigurgito di insolenza – ne prende sempre maggiore consapevolezza.
Certo, la strada è stata lunga ed accidentata. Ma ormai è tracciata. Ed è importante poter raccontare alle giovani generazioni quello sterminio lasciato nel dimenticatoio per decenni, ma anche quel grande dolore che fu l’esodo degli Istriani, Fiumani e Dalmati nel secondo dopoguerra: trecentocinquantamila italiani costretti a lasciare tutto.
Oggi ci sono vie e piazze, monumenti: il Ricordo si concretizza anche così. Resta l’amarezza che per decenni solo una parte del Paese sia stata depositaria di quel lutto, quasi che i morti non siano tutti uguali, quasi che si sia voluto distinguere per troppo tempo tra vittime di serie A e di serie B.
Certo, c’è ancora qualcosa di importante a cui bisognerebbe mettere mano. Dal sito del Quirinale: Broz Tito Josip, decorato di Gran Cordone, data del decreto 02/10/1969, onorificenza “Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana”. Forse è giunto il momento di revocare questa onorificenza, concessa ad un uomo che si è macchiato di così gravi colpe.
Mario Bertoli
La Destra Parma