Afta bovini: Coldiretti, con +70% animali dalla Germania tenere alta guardia

SMA MODENA

Con l’aumento lo scorso anno di quasi il 70% delle importazioni di animali vivi dalla Germania, tra mucche, pecore e maiali, è importante tenere alta la guardia contro i rischi legati alla diffusione dell’afta epizootica, a partire da un aumento dei controlli alle frontiere.

A lanciare l’allarme è la Coldiretti, dopo che il Regno Unito ha annunciato il bando temporaneo dell’import delle carni bovine, suine e ovine tedesche a causa dei recenti focolai della malattia riscontrati nel paese teutonico.

Seppur non pericolosa per gli essere umani, l’afta epizootica – spiega Coldiretti – è una malattia devastante per gli animali, che si manifesta con vesciche dolorose sulla bocca, sulla lingua, sul muso e sulle zampe, rendendo difficile ai capi cibarsi o addirittura camminare e imponendone l’isolamento o l’abbattimento.

La diffusione di una nuova epidemia sarebbe un ulteriore colpo per gli allevatori italiani dopo un’annata tra le più difficili mai vissute, tra peste suina africana e lingua blu, arrivata peraltro proprio dal nord Europa. Malattie che – ricorda Coldiretti – hanno causato gravissimi danni, con l’abbattimento di decine di migliaia di animali tra mucche, pecore e maiali mentre le restrizioni alla movimentazione hanno di fatto paralizzato la normale attività aziendale.

Ma a pesare sono anche i focolai di influenza aviaria negli allevamenti avicoli, anche qui con pesanti ripercussioni per le aziende colpite.

Per tutelare gli allevatori italiani occorre dunque impedire – conclude Coldiretti – ogni rischio di diffusione dell’afta, effettuando controlli serrati sulle importazioni di animali vivi dall’estero, anche attraverso triangolazioni tra i paesi.

Attualmente la malattia è endemica in Medio Oriente, Africa, alcune zone dell’America e in diversi Stati asiatici. In Europa l’ultimo focolaio si è verificato in Bulgaria nel 2011; precedentemente, nel 2001, una grave epidemia aveva coinvolto dapprima il Regno Unito e successivamente Francia, Irlanda e Paesi Bassi.