Bocchi (FdI): “Sanità regionale perfetto esempio di gestione inefficiente”

SMA MODENA
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L’assessore Fabi, nominato da De Pascale in veste di tecnico ma in realtà espressione ortodossa del partito che governa da 55 anni la nostra regione, ha definito per l’ennesima volta la sanità emiliano-romagnola una “eccellenza”. Io credo invece che, lungi dall’essere un modello virtuoso come vogliono far credere i suoi apologeti, la sanità regionale sia il perfetto esempio di una gestione inefficiente, inefficace anche perché governato da una dirigenza che è, a tutti i livelli e in tutte le professioni sanitarie, diretta emanazione della nostra politica.

A smentire l’assessore basterebbero alcuni numeri relativi all’Ausl di Parma e all’azienda ospedaliera universitaria di Parma, dove lo stesso Fabi ha ricoperto incarichi apicali per lungo tempo. 24 milioni di euro di disavanzo nel 2024 per le due strutture (sono 194,8 quelli complessivi della sanità regionale), liste d’attesa con tempi di attesa lunghissimi (visita dermatologica ottobre 2026, oculistica marzo 2026, exeresi luglio 2026, MOC agenda chiusa, risonanza cardiaca febbraio 2026), sovraffollamento cronico del Pronto Soccorso, scarsa diffusione delle digital skills (es. cartelle elettroniche), mancanza di PET, scarsi investimenti, nomenclatore regionale non adeguato al mercato, CAU fallimentari, spesa farmaceutica a distribuzione diretta fuori controllo e tra le più alte d’Italia. Tutti dati che sono stati rilevati, tra l’altro, in alcuni atti della Corte dei Conti.

Oltre ai numeri è l’esperienza di ciascun cittadino, soprattutto di chi non ha un qualche amico o parente nella struttura a cui chiedere aiuto, che potrebbe decretare il grado di efficienza della nostra sanità. Volete una situazione ricorrente confidatami da un medico? “Dottore… sono X dell’Ufficio Y… la mia amica Z dovrebbe… ma le hanno dato appuntamento tra 3 mesi e non può aspettare perché… non è che riesce lei (che mi han detto essere proprio bravissimo eh… certo, me lo mandi pure domani che lo inserisco.” L’assessore Fabi continua a scaricare colpe sul definanziamento della sanità da parte del governo (nel 2024 la Fondazione Gimbe ha quantificato in 138 i miliardi del FSN, il dato più alto della storia repubblicana.

La verità è che il sistema potrebbe essere sostenibile anche con questi finanziamenti se solo vi fosse una migliore organizzazione, se fossero eliminate sacche di inefficienze, sprechi, elefaniasi, malfunzionamenti e se si premiasse e valorizzasse il merito, i curriculum e le competenze (a partire dai concorsi) piuttosto che nominare una pletora di direttori amministrativi/politici, che sono i professionisti più pagati (tra stipendio e bonus) della Sanità “Pubblica”, rimanendo in media mediocri impiegati statali col solo merito di appartenere alla “parrocchietta” giusta.

Il risultato di questo modello eletto a sistema crea un abbassamento della qualità del servizio a favore del paziente (al centro sempre e solo a parole) e insoddisfazione negli operatori sanitari tutti. Una volta che capiscono, infatti, che il sistema non solo non funziona, ma che non è migliorabile da parte dei singoli per definizione, perché è un carrozzone parasindacale in cui dissentire è decisamente sconsigliabile per la “carriera”, va in blocco. Se Fabi o qualche direttore generale di ospedale pubblico avesse il coraggio di fare un sondaggio sul gradimento dei dipendenti (anonimo s’intende) emergerebbe una marea di persone sfiduciate che lavorano male (spesso anche poco) anche se timbrano il cartellino come alfieri della “eccellente” sanità regionale.

Priamo Bocchi – Fratelli d’Italia