
Leggo che il Partito Democratico di Parma, riunito in conclave, sta discutendo della selezione delle candidature per le prossime elezioni regionali.
È incomprensibile come il PD locale, in un’epoca segnata dall’intelligenza artificiale e da profondi cambiamenti, non riesca a cogliere l’importanza di promuovere giovani figure, due ragazze e due ragazzi di massimo 35 anni. Il cambiamento deve necessariamente passare attraverso il ricambio generazionale ma, a Parma, come nel resto d’Italia, i cacicchi continuano a ostacolare ogni tentativo di rinnovamento.
Una situazione davvero difficile per Elly Schlein, che si trova a dover rinnovare un partito che, dal 2007, non ha mantenuto le promesse di cambiamento. Il PD è ancora intrappolato nelle logiche della sua classe dirigente, incapace di rappresentare il futuro del Paese. La necessità di un cambiamento è visibile, ma le resistenze interne sono forti e radicate.
Promuovere giovani candidati non è solo una questione di età, ma di visione e capacità di interpretare le esigenze di una società in continua evoluzione. I giovani portano con sé nuove idee, energie fresche e una prospettiva diversa, indispensabile per affrontare le sfide del futuro.
È giunto il momento che il PD di Parma, e il partito a livello nazionale, riconoscano questa realtà e agiscano di conseguenza. Elly Schlein ha il compito arduo di guidare questo cambiamento, ma non può farlo da sola. È necessario un impegno collettivo, una volontà condivisa di rinnovamento che parta dalla base e arrivi fino ai vertici.
Solo così il PD potrà tornare a essere un partito del futuro, capace di rappresentare le speranze e le aspirazioni delle nuove generazioni. Da iscritto, mi auguro che il PD di Parma faccia una scelta coraggiosa: aprirsi al nuovo, dare spazio ai giovani e costruire un futuro migliore per tutti.
Il cambiamento è possibile, ma richiede coraggio, determinazione e una visione chiara del domani.
MarcoMaria Freddi