Canti sotto l’albero all’Ospedale dei bambini con i piccoli delle scuole “Sergio Neri” e “Anna Frank”

SMA MODENA

I bambini della scuola dell’infanzia “Sergio Neri” e delle classi prime della scuola primaria “Anna Frank” hanno regalato un momento musicale agli amici ricoverati all’Ospedale dei Bambini “Pietro Barilla” e al personale che li ha in cura: riuniti simbolicamente sotto l’albero di Natale allestito dalla Scuola in Ospedale i cento piccoli coristi hanno intonato i canti natalizi preparati con le loro insegnati e diretti dalla maestra Alessandra Calì.

I canti sotto l’albero rappresentano l’evento conclusivo del progetto A Natale puoi che lega tra loro la Scuola in Ospedale, con la responsabile Maria Teresa Bacchi, dell’istituto comprensivo Giacomo Ferrari e la primaria Anna Frank nonché la scuola dell’infanzia Sergio Neri e inizia con la creazione da parte di tutti gli alunni delle decorazioni che abbelliscono l’albero di Natale nell’ingresso dell’Ospedale dei bambini.

Sostiene l’iniziativa l’associazione Noi per Loro con la presidente Nella Capretti, da quarant’anni al fianco dell’Oncoematologia pediatrica dell’Ospedale di Parma.

“Ogni giorno le insegnanti della Scuola in Ospedale lavorano fianco a fianco con il personale sanitario, i volontari di Noi per Loro e gli operatori di Giocamico per assicurare ai pazienti ricoverati la continuità scolastica – ha ricordato la dirigente scolastica dell’istituto “Giacomo Ferrari” Agnese Tirabassi – Da otto anni che abbiamo il piacere di proporre questo momento musicale per sentirci parte di questa squadra meravigliosa. Un grazie alle insegnanti della Scuola in Ospedale, della “Sergio Neri” e della “Anna Frank” che si impegnano per la riuscita di questo progetto”.

Ai ringraziamenti della dirigente scolastica si sono uniti quelli della direttrice dell’Oncoematologia pediatrica Patrizia Bertolini nella cui struttura è più assiduo il lavoro delle insegnanti essendo più lungo il tempo di ricovero. “Mi fa piacere – aggiunge la direttrice Bertolini – che le famiglie abbiano voluto far conoscere ai loro figli un luogo che solitamente si vive con ansia e l’affetto che ci hanno dimostrato”.