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04/11/2010
h.11.40
Noi dell’Italia dei Valori di Parma abbiamo acquisito e analizzato la documentazione relativa al Piano Attività Estrattive, anche a seguito delle recenti notizie di stampa che hanno messo in evidenza che da tempo un comitato locale costituitosi nel Comune di Bardi richiede insistentemente la chiusura delle locali cave ofiolitiche, in particolare quella di Pietranera in quanto, alla luce del “Progetto di mappatura delle zone del territorio regionale interessate dalla presenza di amianto (ARPA Emilia Romagna 2005)”, per contenuto in amianto e altri indicatori, risulta avere il più alto punteggio a rischio tra gli impianti dello stesso tipo in Regione.
Il documento ARPA solleva infatti numerosi dubbi di natura varia circa l’efficacia dei metodi di controllo e la significatività dei dati epidemiologici: per quale motivo nella redazione del P.I.A.E. non si è tenuto conto del richiamato studio ARPA, ma è stato confermato il sito estrattivo di Pietranera con un nuovo incremento di volumetrie scavabili?
Per quale motivo, alla luce delle gravi problematiche evidenziate da uno studio ufficiale di ARPA regionale e tuttora irrisolte, si è continuato a inserire cave ofiolitiche in gran numero confermando così le valli del Taro e del Ceno come il principale distretto minerario ofiolitico d’Italia?
Le amministrazioni locali sono a conoscenza di quante fibre di amianto vengono rilasciate in conseguenza alle attività autorizzate? sono stati attivati sistemi di monitoraggio dei centri urbanizzati dei comuni sedi di cave ofiolitiche? E ancora, che tipo di informazione è stata data alle popolazioni esposte?
Su questioni dove assai dubbia, o perlomeno dibattuta, è la rilevanza sanitaria del problema, le pubbliche Amministrazioni devono invocare giustamente il principio di precauzione.
Sul problema amianto, invece, dove la certezza del danno biologico provocato da questo materiale è dimostrata da almeno tre decenni, le stesse Pubbliche Amministrazioni devono avere un atteggiamento coerente e chiaro nella difesa della salute dei cittadini.
Siamo quindi sicuri che le amministrazioni del centro sinistra facciano la cosa giusta, come hanno dimostrato negli anni, ci si orienti quindi su altri materiali. Certamente le attività produttive necessitano grandi quantità di inerti, ma per precauzione si evitino le aree con presenza di amianto crisotilo.
Concludendo, citiamo al proposito una frase illuminante del Prof. Vito Totire – medico del lavoro, docente di igiene e sanità pubblica Università di Venezia, portavoce nazionale dell’Associazione Esposti Amianto: “Solo una comunità irresponsabile può decidere di manipolare, movimentare e commercializzare una merce a rischio cancerogeno”.