C’ho certi c… Mafà

SMA MODENA
lodi1

14/05/2010

Il povero Mandrake, alias Gigi Proietti, deve chiedere aiuto all’amica Mafalda per dei seri problemi finanziari. In fondo lei nel campo delle marchette è sempre stata qualcuno.

Febbre da cavallo è un film italiano del 1976 diretto da Steno, con Gigi Proietti, Enrico Montesano, Francesco De Rosa, Adolfo Celi, Catherine Spaak, Mario Carotenuto, Gigi Ballista ed Ennio Antonelli.
Inizialmente il film fu ideato come prodotto di cassetta destinato ad essere dimenticato rapidamente dopo il suo passaggio nelle sale cinematografiche. I molteplici passaggi televisivi della pellicola lo hanno nel tempo rilanciato, fino a farne un cult per appassionati della commedia leggera all’italiana e per frequentatori più o meno assidui di sale scommesse e ippodromi.
Ai confini tra trash e commedia all’italiana, Steno ha comunque creato un piacevole ritratto di una categoria di giocatori che, all’epoca del film, non era raro incontrare e il film ha certamente il pregio di mantenere la propria freschezza nonostante il passare degli anni.
La storia narra delle peripezie di tre amici alle prese col vizio delle scommesse ippiche: Mandrake (Proietti), indossatore morto di fame; Er Pomata (Montesano), disoccupato, ricco solo di grandi risorse truffaldine e Felice (De Rosa), guardamacchine abusivo.
I tre trascorrono gran parte del loro tempo cercando di mettere insieme i soldi per scommettere all’ippodromo Tor di Valle; mettono a segno furberie e truffe di ogni genere, spesso ai danni di Manzotin, al secolo Rinaldi Otello, macellaio e nemico giurato dei tre protagonisti.
Gabriella (la fidanzata di Mandrake), stanca delle continue mancanze del compagno, che oltre a sperperare denaro, quando perde ai cavalli, per una sorta di complesso di colpa, non riesce a fare l’amore, chiede consiglio a una cartomante, che la induce a giocare una Tris. I tre cavalli indicati dalle carte e dallo stesso Mandrake (Soldatino, King e D’Artagnan) sono tra i peggiori in circolazione; soprattutto Soldatino, il cavallo di proprietà dell’avvocato De Marchis, che, non avendo soldi, è costretto a privarlo persino della biada.
Mandrake, incalzato da Pomata, decide di giocare i soldi destinati alla Tris su un altro cavallo (Antonello da Messina, guidato da Bocconi), ma il pronostico della cartomante risulta esatto e così si vede costretto ad ideare una “super-mandrakata” (così definisce le sue geniali truffe) in combutta con Pomata, Felice, De Marchis e l’amica Mafalda. Dato lo straordinario vigore trovato da Soldatino, i compari decidono che Mandrake si sostituisca, nell’imminente Gran Premio degli Assi, all’imbattibile Jean-Louis Rossini, fantino dell’unica vera rivale, Bernadette, per rallentarla e vincere puntando su Soldatino, la cui quota è ancora molto alta. Tutto va per il verso giusto finché Mandrake, preso dall’impeto della competizione, dimentica di dover perdere e conduce Bernadette alla vittoria, suscitando le ire degli altri.
Tutta la combriccola finisce in tribunale, ma, quando la condanna sembra ormai scontata, si scopre che anche il giudice è uno scommettitore incallito pronto a ribattere ad ogni dato errato citato dagli imputati e dal pubblico dell’aula fino a sbottare: Piripicchio è figlio di Uragano e Apocalisse, e basta. O faccio sgombrare l’aula.. Al termine di un processo ormai sui generis tutti vengono assolti. Gabriella (che segretamente aveva comunque giocato la tris vincente realizzando così la vincita) riesce a farsi sposare da Mandrake e tutto torna come prima, con la novità che il giudice (Adolfo Celi) entra a far parte dell’allegra brigata.
 



Clicca qui per vedere gli altri video di Trash Daily