
“Dal Palazzo dei Congressi di Roma, dove si è aperto il XX Congresso Nazionale della Cisl, è emersa chiara una consapevolezza: il futuro, da spazio di possibilità comuni, si è smarrito, lasciando il posto a un destino incerto e frammentato. In questa cornice di “mondo in fiamme”, con logiche di potenza e una crescente instabilità globale, due temi in particolare risuonano con forza per il loro impatto diretto sull’occupazione: i dazi e la governance dell’Intelligenza Artificiale”.
Lo mette in rilievo Michele Vaghini, segretario Generale Cisl Parma Piacenza, a capo della delegazione territoriale presente a Roma, della quale fanno parte la segretaria generale aggiunta Angela Calò, Elisabetta Oppici – componente di segreteria – Silvia Foschini, segretaria generale Fisascat Parma Piacenza, e Nabila Mhaidra, responsabile Anolf di Parma.

“La relazione della segretaria generale Daniela Fumarola – dice Vaghini – ha messo in luce le urgenze ma anche la via che la Cisl intende percorrere per affrontare i problemi principali dei prossimi anni nel mondo del lavoro. Sul fronte del commercio internazionale e dei dazi, la situazione è molto difficile: come sottolineato nel rapporto, l’Unione Europea è a un bivio: o sarà finalmente integrata e autonoma, o rischia disgregazione e irrilevanza. Le politiche ondivaghe sui dazi, come quelle di Trump, hanno già generato una riduzione dell’1% del pil globale e una perdita del 6% del pil statunitense a lungo termine”.
“Di fronte a un Wto delegittimato e a un diritto internazionale umiliato, l’unica strada è procedere uniti, come una “Federazione di popoli e del lavoro”. Per l’Italia, senza una risposta comune europea, il rischio è altissimo: miliardi di euro e decine di migliaia di posti di lavoro messi a repentaglio. È indispensabile definire una strategia condivisa tra sindacato e imprese per tutelare le produzioni in difficoltà, aprire nuovi mercati e promuovere scambi equi basati su regole sociali e condizioni condivise. L’UE deve elevarsi a potenza industriale superando le “gabbie dei veti” e investendo in settori strategici. Non meno decisiva è la sfida rappresentata dall’Intelligenza Artificiale (IA). La Cisl ha ribadito che il sindacato non deve né demonizzare né subirla, ma governare la transizione, mettendo la tecnologia al servizio del lavoro e non il contrario. L’avvento dell’IA impone di ripensare completamente il sistema formativo e l’organizzazione del lavoro. Se non governata con una visione “umano-centrica”, l’IA rischia di generare nuove disuguaglianze e precarietà, anziché inclusione e produttività diffusa”.
“È per questo che la Cisl insiste – aggiunge il segretario generale – sulla partecipazione: dobbiamo “entrare nell’algoritmo con la contrattazione, condizionarne i criteri, stabilire regole e priorità, garantendo trasparenza”. Questa trasformazione, infatti, richiede una governance negoziata, non un’affermazione indifferenziata. Le proiezioni indicano che l’IA potrebbe aumentare il pil italiano fino al 18% e liberare quasi 5,7 miliardi di ore di lavoro all’anno, ma solo attraverso la contrattazione collettiva si potrà ridistribuire questo tempo ai lavoratori e alle lavoratrici.”
In questo contesto di sfide epocali, Vagnini riafferma quanto la partecipazione sia una pietra angolare e il dialogo sociale uno strumento imprescindibile: “Il nostro lottare partecipativo non archivia il conflitto ma cerca di valorizzarlo solo quando necessario, per far emergere soluzioni concrete. È una strada necessaria per governare le trasformazioni in atto e per contrastare per esempio fenomeni quali disuguaglianze sempre più crescenti e l’aumento costante di infortuni e morti sui luoghi di lavoro. La via maestra resta quella contrattuale, che deve essere estesa al massimo per accrescere i salari e definire condizioni che aumentino la qualità del lavoro. Oltre a questo però, si deve anche intervenire con una riforma fiscale che sgravi le tasse a lavoratori e pensionati dando respiro anche a un ceto medio e non solo, messo in difficoltà dagli avvenimenti degli ultimi anni e su una vera lotta all’evasione fiscale che da molto tempo rappresenta un serio problema per il nostro Paese perché compromette le azioni utili a far crescere il sistema del nostro welfare e la qualità degli investimenti. Solo attraverso un grande “Patto della responsabilità” tra governo, sindacato e imprese, si potranno affrontare le trasformazioni in atto e costruire un’Italia più equa, innovativa e competitiva. Noi, anche sul territorio, siamo pronti a fare la nostra parte, con coraggio e visione, per scrivere insieme il futuro del nostro paese”.