Conte bis vs Salvini, INTERVISTA a Marcello Frigeri, spin doctor di Pizzarotti: “Vince chi detta per primo l’agenda politica”

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Marcello Frigeri

Intervista a Marcello Frigeri, portavoce, consulente politico e spin doctor del sindaco di Parma Federico Pizzarotti.

Sei un qualificato osservatore della politica e conoscitore della comunicazione politica. Che idea ti sei fatto della crisi di governo che ci siamo appena lasciati alle spalle?

La crisi nasce da un oggettivo errore tattico di Salvini. Ha tentato una “manovra lampo” che gli consentisse di andare al voto in tempi rapidi. La parlamentarizzazione della crisi, voluta dal premier Conte, ha allungato i tempi dando agli avversari la possibilità di riorganizzarsi e di ribaltare il tavolo. È un errore che sta pagando in termini politici (non è più al governo) e di consenso: mentre la Lega ha accusato un calo tutto sommato contenuto in termini di punti percentuale, il calo di Salvini è stato invece più evidente: oggi il suo indice di gradimento lo posiziona al terzo posto tra i leader, dopo Mattarella e Conte. Ma siamo nell’era della volatilità elettorale e della cosiddetta fast politics: quello che perdi lo puoi recuperare.

Come ne esce Salvini? 
Mi limito a sottolineare che il punto fondamentale, ora, è il controllo dell’agenda politica. Al Viminale Salvini dettava l’agenda obbligando (in termini di attenzione mediatica e politica) la stampa e gli avversari a seguirlo sul suo terreno. Ciò gli ha concesso di dominare, dal punto di vista mediatico, gli avversari e gli alleati del contratto di governo. Ora che non è più Ministro gli sarà difficile farlo, ma ci proverà applicando una narrazione già di per sé chiara: da una parte il colpo di palazzo – così lui riassume l’operazione da cui è nato il Conte bis -, dall’altra chi vorrebbe restituire centralità agli elettori; è una narrazione che mette al centro ancora una volta la contrapposizione tra establishment e popolo, molto peculiare di Salvini. In realtà il Conte bis nasce nel pieno rispetto delle regole parlamentari: un conto sono i procedimenti democratici, un altro la narrazione dei leader. Nei prossimi giorni vedremo chi saprà governare l’agenda politica, fondamentale per rendere inefficace l’avversario e utile per consolidare il proprio consenso.

Pizzarotti si è dichiarato scettico sul Conte Bis. E’ anche la tua opinione?

Fino a trenta giorni fa ritenevo improbabile la nascita di un governo giallo-rosso, proprio per le differenze sostanziali esistenti tra Pd e 5 Stelle. Mi sbagliavo. Questo ci insegna che il “mai” e il “sempre” sono termini che non possono più essere validi in politica. Dobbiamo imparare ad analizzare e a interpretare il contesto per quello che è: estremamente instabile e rapido nella sua evoluzione. Basti come esempio l’avvicendarsi del consenso tra Lega e Cinque Stelle: nell’ultimo anno la Lega è passata dal 17% delle Politiche al 34% delle Europee, i Cinque Stelle hanno subìto il processo inverso e quasi speculare. L’epoca in cui viviamo è pervasa dall’incertezza perché ormai priva di riferimenti realmente stabili, e la politica, essendo cosa dell’uomo, è instabile quanto il momento storico: si sgretolano antiche certezze. Ad esempio: città storicamente guidate dal centrosinistra sono oggi passate al centrodestra, ma guardiamo anche alle ultime competizioni territoriali di peso avvenute Oltralpe: l’Andalusia, feudo del Psoe, da quest’anno sarà governata dal PP (avanza il partito cosiddetto populista Vox), mentre in Germania Spd e Cdu hanno perso consenso nei land di Brandeburgo e Sassonia, da sempre loro roccaforti. L’ordinario sta facendo posto allo straordinario, di questo va preso atto.

Credi nella possibilità che il M5S sostenga Bonaccini alle regionali? Ormai in politica vale tutto, pur di battere Salvini?

Non posso prevedere cosa accadrà in Emilia Romagna, esattamente per i motivi detti poc’anzi. Molto dipenderà dai primi mesi del governo e dalle prossime elezioni in Umbria.

Perché i leader nazionali del Pd e Bonaccini sono così bendisposti nei confronti di Pizzarotti mentre a Parma i democratici sono decisamente più critici nei confronti della sua Amministrazione?

A Parma il Partito Democratico rappresenta il principale gruppo di minoranza: svolgono il proprio ruolo e mi sembra del tutto normale lo facciano. Le logiche nazionali sono differenti da quelle territoriali.

Quanto c’è di te e quanto di Pizzarotti nella comunicazione del sindaco di Parma?

Riprendendo un’antica disputa tra teologia e filosofia, rispondo che la comunicazione deve essere “ancella” della politica e non viceversa. Quindi, il mio ruolo è semplicemente quello di seguire la politica rendendo più chiara possibile la sua azione, mi limito a questo: George Lakoff, uno dei più importanti linguisti viventi, afferma che in politica si ha successo se si riesce a far prevalere il proprio linguaggio su quello degli altri. Tuttavia la comunicazione è e deve rimanere un mezzo al servizio della politica. Il guaio avviene se si stravolge la natura di questo connubio portando la politica a essere “ancella” della comunicazione. L’epoca dell’incertezza, nostro malgrado, sta producendo anche questo.

Il tuo libro sul comodino?

Meditazioni metafisiche di Cartesio e il ciclo de La Torre Nera di Stephen King, anche se ultimamente sono tornato alle letture di Lovecraft e degli esistenzialisti francesi, Sartre e Camus su tutti: mischio sempre narrativa con filosofia perché entrambe, a modo loro, ci raccontano il mondo.

Andrea Marsiletti