Credito e liquidità per le PMI. Il punto all’incontro organizzato da CNA con il Dimetech Lab dell’Università di Parma

La guerra russo-ucraina, la crisi energetica ed i rincari dei costi di materie prime e trasporti stanno mettendo a dura prova le PMI italiane. Sono sempre più numerose, infatti, le aziende che si trovano a dover affrontare quello che in economia viene definito “rischio di liquidità”, inteso come pericolo che un’azienda non disponga di liquidità sufficiente per far fronte ai propri impegni finanziari.

Se ne è parlato all’incontro organizzato da CNA Parma con il Dimetech Lab del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Parma, nell’ambito del protocollo sottoscritto tra CNA e Università di Parma il 15 novembre scorso.

“Sia nei momenti di rilancio ed investimento che in quelli di difficoltà come può essere considerato quello che stiamo attraversando, l’apporto del sistema bancario e creditizio è fondamentale per lo sviluppo o la sopravvivenza delle imprese”, ha dichiarato Paolo Giuffredi, presidente di CNA Parma, presentando l’iniziativa.

“In questo senso un ciclo di incontri in materia di banca e finanza – ha proseguito Giuffredi – come questo che abbiamo messo in atto con il laboratorio Dimetech dell’Università di Parma è prezioso per aiutare l’imprenditore o il cittadino a riconoscere la validità dei diversi prodotti che vengono proposti dal mercato e le attenzioni da porre in essere per evitarsi future complicazioni o problemi. L’attività di CNA Parma su questi temi non si fermerà di certo con questi eventi e ci auguriamo che il rapporto che abbiamo creato con Dimetech Lab possa ancora crescere”.

Diverse possono essere le cause in grado di generare una crisi di liquidità, tuttavia, quale che sia il fattore scatenante, esistono modelli di valutazione e monitoraggio aziendale che consento all’imprenditore di intervenire efficacemente.

“Il codice della crisi d’imprese – ha precisato Luca Fornaciari, docente di economia aziendale presso l’Ateneo di Parma intervenuto all’incontro – introduce nuovi obblighi per le imprese. Ogni imprenditore deve monitorare costantemente la capacità dell’impresa di produrre una liquidità netta sufficiente per far fronte ai debiti finanziari che verranno a scadenza nel breve termine”.

“L’obiettivo della riforma – conclude Fornaciari – è cercare di far emergere tempestivamente le difficoltà aziendali, che potrebbero sfociare in crisi irreversibili in futuro, al fine di affrontarle prontamente”.
“La crisi di liquidità ed il sovraindebitamento – prosegue l’avv. Giuseppe G. Luciani del Dimetech Lab dell’Università di Parma – sono strettamente connessi con l’eccesso di garanzie sovente prestate dalle imprese e dai privati agli istituti di credito”.

“Nel nostro ordinamento vige un principio generale di proporzionalità delle garanzie creditorie rispetto all’entità del debito cui esse accedono, tuttavia, accade sempre più di frequente che le banche per erogare credito chiedano ed ottengono dall’imprenditore un ammontare sproporzionato di garanzie, cumulando garanzie reali e personali. L’eccesso di garanzie preclude di fatto l’accesso ad altro credito, e genera una condizione di crisi di liquidità pericolosa per l’impresa e per il sistema finanziario nel complesso”.

“Anche il ricorso alle garanzie pubbliche – conclude l’avv. Luciani – deve essere valutato con attenzione. Il Ministero dello Sviluppo Economico e Mediocredito Centrale (MCC) segnalano che sono 2.759.463 le richieste di garanzie pervenute al Fondo di Garanzia al 23 giugno 2022, da parte di imprese, artigiani, autonomi e professionisti, per un importo complessivo di oltre 256,8 miliardi di euro”.

“Deve ricordarsi, però, che la garanzia statale potrebbe risultare particolarmente insidiosa”, avverte Luciani. “Infatti in caso di inadempimento il fondo PMI, avvierà comunque la procedura per il recupero coattivo del credito nei confronti del debitore inadempiente, avvalendosi, peraltro, di alcune significative agevolazioni previste dalla legge”.

lombatti_mar24