Diciannovesima giornata di Serie A

Il girone di andata si chiude con la sconfitta del Parma al Tardini contro la Sampdoria. Il girone di ritorno determinerà le sorti della squadra gialloblu specialmente se la società aiuterà il rientrato D’Aversa a cercare la salvezza con acquisti di qualità.

Tra le ultime quattro Crotone (12), Parma (13), Torino e Cagliari (14) e le quintultime ci sono quattro punti, un divario non incolmabile se solo le squadre coinvolte troveranno una serie di risultati stile Genoa attivissima anche sul mercato di riparazione.

Il calciomercato finirà fra una settimana esatta e sarebbe interessante capire che fine farà ad esempio Dzeko ovvero se lo strappo con Fonseca si cucirà in tempo. I margini per una vendita sono risicati sia per l’ingaggio del giocatore (otto milioni in tempo di Covid non sono spiccioli) sia perchè la Roma dovrebbe correre ai ripari acquistando un top player. Allo stesso mercato di riparazione sono iscritte diverse società ma si propende a soluzioni tampone piuttosto che ad acquisti onerosi come da protocollo Pandemia.

Il girone di andata si chiude nel segno dell’incertezza in alto. Il Milan perde male contro l’Atalanta. Un secco 0-3 che se non cancella il buono fatto dai rossoneri, suona come un campanello di allarme. Meitè non può sostituire Chalanoglu, ma il fatto che sia entrato in organico anche Mario Mandzukic è la prova che il Milan ci crede. Cedrto l’Atalanta vista sabato mette paura a tutte e Romero diventa il simbolo della qualità di GAsperini. Romero da onestissimo difensore è entrato nella macchina del gioco così come Gasp richiede ai suoi effettivi. Giocatori tuttocampisti che creano una sincronia difficilmente visibile in Europa.

L’Inter non approfitta del passo falso dei cugini – le due squadre milanesi si incontreranno domani nei quarti di Coppa Italia – e perde due punti a Udine dove un nervosissimo Conte viene espulso dopo l’ennesima protesta.
Al terzo posto resta la Roma che, eliminata a sorpresa dallo Spezia e con uno spogliatoio sull’orlo di una crisi di nervi, sembrava essersi infilata in un pericoloso cul-de-sac. Pellegrini, capitano romano, la tira fuori all’ultimo secondo da una situazione che stava diventando scabrosa. La matassa, dopo il licenziamento del Team Manager, è ancora da sciogliere e saranno i dirigenti americani chiamati alla soluzione del caso. Non fosse che la Roma ha tutto il tempo e il modo epr non rovinare un campionato che la vede al terzo posto e, dopo la vittoria contro lo Spezia, ha pure accorciato rispetto le milanesi.

Si avvicina anche la Juve che batte un indomito Bologna, due a zero il risultato finale con CR7 ancora a secco. Il portoghese si sta riposando per la seconda parte della stagione prima di riaccendere i radar verso le partite clou di coppa e il ritorno del campionato, o almeno così sperano i tifosi bianconeri.

La rassegna delle sette sorelle non può non passare dalla debacle Napoli.

Perde male a Verona ma quello che preoccupa è l’assoluta incapacità di imparare dalle sconfitte passate. Insigne gioca da solo cercando di recuperare l’errore dal dischetto della Supercoppa. Un professionista con esperienza dovrebbe capire che se vuol vincere da solo finisce per fare danno a se stesso e agli altri. Gattuso è sulla graticola e si accolla ogni nefandezza mentre al momento non si hanno segnali dalla società. Molti tifosi chiedono la testa del condottiero ma se la dirigenza dovessero portarla sul vaso di argento gli alibi dei giocatori finirebbero all’istante.

La Lazio infine batte il Sassuolo e occupa il settimo posto in classifica.

Abbiamo un girone intero per vedere come si svilupperà l’intera trama del campionato, per ora prendiamo i pop- corn e ci godiamo lo spettacolo. Da troppi anni il campionato non viveva una suspense come questo.

La palla passa passa alla coppa Italia e da venerdì si torna in campo con tra le altre Bologna Milan, Sampdoria Juventus, Napoli Parma – vero match thriller e Inter Benevento. In fondo citiamo lo scontro tra le deluse Fiorentina e Torino. Due società storiche che hanno smarrito da troppi anni il loro DNA.

Alla prossima,

Gianni Bandiera

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