
26/04/2011
h.15.00
Il 27 aprile 2011 sarà una data importante per il movimento di lotta per la casa di Parma.
Nella stessa giornata ben 6 nuclei famigliari, che si sono appoggiati alla Rete Diritti in Casa per denunciare la loro situazione di precarietà abitativa, subiranno l’intervento di Ufficiali Giudiziari e forze dell’ordine per esecuzione di sfratto.
Tutte le famiglie coinvolte hanno vissuto un cambiamento della loro situazione economica in conseguenza della crisi, in particolare si è verificato o la perdita del lavoro di un componente della famiglia tale per cui si è impossibilitati a far fronte con un solo stipendio alle spese di affitti esosi, oppure si è verificata la collocazione in mobilità dell’unico lavoratore del nucleo o si è vissuto un periodo di disoccupazione che ha alimentato le morosità.
A nulla sono finora valse le richieste di intervento rivolte dalle famiglie all’ufficio casa e ai servizi sociali del Comune. Nel caso in cui il giorno 27 lo sfratto fosse eseguito le famiglie non hanno davanti nessuna prospettiva di accoglienza per il nucleo nella sua unità e possono sperare al massimo nell’accoglienza della madre e dei bambini in struttura.
Questo avviene nonostante il fatto che tutte le famiglie abbiano presentato domanda di assegnazione di casa popolare e tutte abbiano un punteggio alto, (tutte da 14 in su, una famiglia è addirittura tra i primi 30 potenziali assegnatari).
Ebbene, a distanza di 3 mesi dalla pubblicazione della graduatoria per nessuna di queste famiglie si prospetta un’assegnazione che garantisca il passaggio da casa a casa. Tutto ciò stride drammaticamente con quanto a più riprese dichiarato dagli amministratori del Comune di Parma: l’Assessore Pellacini si è spinto addirittura ad affermare che prevede di poter provvedere alle assegnazioni fino ai detentori di 8 punti in graduatoria. Ma come è possibile ciò se perfino i detentori di 17 punti non vengono soddisfatti?
In realtà dichiarazioni propagandistiche come questa, tanto frequenti tra gli amministratori locali, servono a mascherare la vera causa della difficoltà dell’accesso alla casa popolare: dalla fine degli anni ’90 in avanti, in perfetta concomitanza con le giunte Ubaldi e poi Vignali, l’incremento del patrimonio ERP è stato nullo, anzi negativo, visto che si sono vendute una cinquantina di case popolari senza per il momento che ne siano state costruite altre.
Il piano straordinario di edificazione ERP enunciato come i soliti con toni trionfalistici da Vignali e Pellacini se arriverà, sarà inadeguato e compiuto con gravissimo ritardo, a fronte di un aumento strutturale della domanda di alloggi a canone sociale confermato dall’ultimo bando. I piani di edilizia pubblica si sono concentrati finora esclusivamente su interventi a canone concordato (Casadesso, Parmabitare e ultimamente il Parma Social House) che non rispondono alle esigenze di chi si trova maggiormente in difficoltà dal punto di vista economico e, per primi, gran parte di coloro che han fatto domanda di casa popolare.
Per questo tra i primi responsabili della grave emergenza abitativa a Parma mettiamo il Comune e le sue politiche ma saremmo ingenui se non considerassimo che alla base del problema c’è il fatto che la casa e il diritto all’abitare sono sempre più diventati oggetto di speculazione e di rendita parassitaria. Lo dimostra il fatto che l’economia locale, nazionale e internazionale si è basa ta in modo preponderante sullo sviluppo del settore edilizio privato che ha assorbito investimenti massicci spesso provenienti da fonti illecite, ha scardinato equilibri ecologici fagocitando terreni e colture, favorendo gli interessi di banche, imprese edili, privati investitori che detengono spesso rendite spropositate, tutte categorie che costituiscono un gruppo di pressione fortissimo sulle amministrazioni locali e statali .
Questo assalto arrogante del settore immobiliare è stato fortemente sostenuto da una legislazione che ha agevolato il processo, passando dalla liberalizzazione del costo degli affitti di cui dobbiamo “ringraziare” il centrosinistra passando ai continui condoni edilizi di cui rendiamo omaggio alla destra, senza contare l’ultimo regalo ai proprietari immobiliari costituito dalla cedolare sugli affitti che alleggerisce il fisco specialmente per i più benestanti detentori di rendita.
Per questo non ci meravigliamo che i l movimento di lotta per la casa di Parma sia stato attaccato dalla locale Confedilizia che cura gli interessi dei proprietari immobiliari, gli stessi che dopo aver per anni intascato affitti, che in non pochi casi assorbono metà del reddito degli inquilini,. ricorrono allo sfratto anche dopo solo poche mensilità di morosità.
Siamo convinti che per affrontare complessivamente il problema alloggi al fine di risolvere l’emergenza occorra cominciare a toccare gli interessi e le proprietà di coloro che in questi anni hanno beneficiato massicciamente della rendita speculativa e che magari si permettono di tenere vuoti gli alloggi, di evadere il fisco con affitti in parte o in toto al nero, sfrattare senza remore gli inquilini incolpevolmente morosi.
RETE DIRITTI IN CASA PARMA
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26/04/2011
h.17.30
“Le persone che hanno presentato domanda per l’emergenza abitativa, e che hanno raggiunto 14 punti in graduatoria, hanno già ottenuto l’assegnazione di un alloggio”, afferma l’assessore alle Politiche abitative, Giuseppe Pellacini.
“Nel 2011 – continua – gli alloggi Erp a disposizione per le assegnazioni da effettuare nel corso dell’anno, destinate all’emergenza abitativa, sono passati dal 25 al 30 %, in modo da dare una risposta tempestiva alle situazioni di maggior disagio”.
“Sempre per andare incontro alle richieste – ricorda Pellacini – è stato modificato il regolamento per l’assegnazione di questi alloggi a causa del notevole aumento degli sfratti registrato negli ultimi tempi”. “La commissione sfratti sta inoltre monitorando la situazione degli sfratti anche grazie alla stretta collaborazione con il settore welfare e i poli territoriali –prosegue – per trovare una soluzione anche a chi ha ottenuto 13 punti e alle situazioni più problematiche con 12 punti”.
L’assessore Pellacini assicura infine che “non ci saranno ritardi nella pubblicazione del bando generale definitivo, che dovrebbe essere pubblicato entro maggio, come già successo in passato”.
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