Gli estetisti e i parrucchieri di Parma ai tempi del Coronavirus

SMA MODENA
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Sabato, relax, mi dedico un po’ a me, dopo una delle più folli settimane degli ultimi vent’anni, me lo merito.

Partiamo dal parrucchiere: “Ciao! Come state? Come è andata questa settimana”- domando? “Insomma” – mi rispondono Francesco e Antonella”.

Dopo aver visto con i miei occhi i supermercati svaligiati (leggi) e saputo di cancellazioni di prenotazioni per il 90% negli hotel parmigiani (leggi) quindi chiedo: “Avete avuto delle disdette di appuntamenti?” La risposta è: “No, disdette no, però in alcuni giorni non c’era nessuno e abbiamo chiuso alle 14.30, invece che alle 18. E – aggiunge Francesco – in questo tratto di strada siamo in tre parrucchieri e ci sono due centri estetici e credo che sia una situazione comune”.

Così, quando esco, vado a verificare. Parto dal centro estetico, anche perché immagino che, fra i servizi alla persona, possa essere uno dei più colpiti dalla “crisi da psicosi” che sembra essere il primo immediato effetto dell’epidemia da Covid-19.

Entro e alla reception c’è un addetto dietro al bancone che indossa una mascherina. Mi qualifico e chiedo se posso fare qualche domanda sull’andamento della prima settimana nella zona gialla.

Lui si precipita a chiamare la titolare che – anch’essa con mascherina – è ben disposta a raccontarmi come è andata: “Abbiamo avuto circa un 20% di calo, ma abbiamo annullato noi diversi appuntamenti, sicuramente tutte le pulizie del viso, perché c’è troppa vicinanza fra operatori e clienti”.

È subito evidente che la vera preoccupazione per Haleh – la titolare – non è il calo di affari, bensì la paura del virus, di contagiarsi o di contribuire alla diffusione del Covid-19.

Mi mostra un termometro con cui – mi spiega – prova la temperatura a tutti i clienti che entrano e la prova anche a me. “37.3 – mi dice. A 37.7 non facciamo entrare le persone”.

E io intanto penso: “37.3? Impossibile, io con quella temperatura sto malissimo, non riuscirei a stare in piedi”.

Sono un po’ perplessa, comunque ascolto Haleh che mi mostra le mascherine che fa indossare ai clienti e infatti, nel locale tutti le indossano, clienti e operatori.

Poi mi fa vedere disinfettanti di ogni tipo e per tutto: per l’aria, per le mani, per le superfici, prodotti che vengono utilizzati anche nelle sale operatorie, attrezzi per la sterilizzazione degli strumenti (questa peraltro è obbligatoria per le estetiste, indipendentemente dal Covid-19). Addirittura sterilizzano le sedute dopo che il cliente le ha utilizzate.

Qui – penso – è impossibile che entrino batteri o virus, forse è uno dei posti più sicuri dove rifugiarsi.

Ringrazio e vado a intervistare il parrucchiere a fianco. Matteo il titolare ammette che il calo c’è stato e che hanno chiuso in anticipo un paio di giorni . “Del resto – dice Matteo il titolare – basta camminare in centro per accorgersi che non c’è gente”. Matteo è molto preoccupato, se la prende con chi è al governo mi spiega che hanno contribuito a generare il panico e che la gestione è confusa. E poi se la prende anche con il Comune, non per il Covid-19, ma per i permessi per parcheggiare sulle righe blu che pare non gli vogliano rinnovare e lui, che vive fuori città sta pensando di chiudere e di trasferirsi in una zona più semplice da raggiungere.

Le preoccupazioni quindi sono molto diverse tra loro, la situazione è caotica e nessuno sa bene come muoversi. Del resto le contraddizioni ci sono: scuole chiuse e palestre e piscine prima chiuse e poi aperte, partite di calcio a porte chiuse, ma non tutte, musei e cinema chiusi e poi forse aperti, ma contingentati. Imprese che invitano i dipendenti a lavorare da casa, oggi lo smart working sembra la panacea di tutti i mali. Scienziati e amministratori che dicono che si tratta solo di poco più di un’influenza e giornali che fanno la conta dei morti. Difficile districarsi. Le uniche cose certe sono che è meglio lavarsi frequentemente le mani e non toccarsi bocca naso e occhi…

E una volta giunta a casa mi sono misurata la temperatura (con due termometri): 35,5; lo sapevo!

Tatiana Cogo