
04/03/2010
Che campagna elettorale sarà quella di Giampaolo Lavagetto, candidato alle regionali per il PDL?
Su due fronti, come fu quella per le provinciali: da una parte difendere la mia credibilità personale, dall’altra promuovere il programma politico.
Sul primo fronte allora si trattava di fare sapere che non esisteva alcun pagamento di maxibollette; oggi che le diverse centinaia di migliaia di connessioni a siti porno avvenute con il telefonino in 120 giorni, anche dopo la rinuncia di Telecom ai 91.000 euro, sono una performance umanamente insostenibile.
In merito alla campagna elettorale, il programma è la continuità di quello presentato per le provinciali mentre la propaganda sarà molto diversa, visto che in questo caso parliamo di voto di preferenza. L’esperienza mi convince che questo tipo di elezione non si vince sui giornali, sui mega cartelloni o nelle stanze dei bottoni, ma con il porta a porta e il contatto diretto con l’elettore.
Da che parte sto rispetto a Silvio, i cittadini lo sanno già; anche questa volta, come successo lo scorso anno, i vertici del Partito, nazionale e regionale lo hanno ribadito con forza.
Qual è l’elettorato di Lavagetto?
Quello che in questi anni mi ha sempre seguito e sostenuto, sia quando ero funzionale al sistema di potere attuale sia, soprattutto, quando non lo sono più stato.
I miei sostenitore non mi votano per la posizione istituzionale che occupo o il potere che gestisco ma perché sono funzionale ad un’idea di progetto per il territorio che crea interesse. A portare avanti quest’idea oggi ci sono io, ma la forza del progetto è tale che potrebbe andare avanti comunque.
Forse è questo che qualcuno non ha ancora capito.
Hai qualche segnale che gli emiliano-romagnoli vogliano cambiare pagina o quella del centrodestra è solo una battaglia di testimonianza?
Chi scende in campo non fiducioso nella vittoria fa un danno per sè e per tutti quelli che credono nelle sue battaglie.
E’ vero che in passato il centro destra è sempre uscito sconfitto nella competizione regionale in Emilia Romagna ma la forza che dobbiamo dimostrare sta proprio nella capacità di continuare ad essere convinti che questa voglia di cambiamento, che ormai sta dilagando anche nella nostra regione, troverà in noi la via giusta per realizzarsi.
Se riuscissi ad essere eletto in consiglio regionale quale potrebbe essere il tuo contributo per la provincia di Parma?
Lo stesso che ho dato in sette anni per la mia città come assessore alle politiche per l’infanzia: determinazione per raggiungere gli obiettivi anche se ciò può diventare molto duro e difficile.
In particolare sono tre i punti per me irrinunciabili.
Il rilancio della competitività territoriale anche con la costruzione di una macroarea territoriale funzionale che partendo dall’Emilia occidentale comprenda Cremona, Mantova, La Spezia e Carrara.
La tutela e la valorizzazione della nostra identità territoriale, sia culturale che imprenditoriale.
Infine, il taglio dei costi della politica. Assoluta contrarietà all’applicazione di quanto deliberato sia da maggioranza e opposizione in merito all’aumento del numero dei consiglieri regionali. Immediata proposta di legge per una drastica riduzione dei privilegi economici dei consiglieri regionali. Non è possibile che per meno di trenta sedute di consiglio all’anno in cinque anni, con assenza giustificabile, i consiglieri uscenti si portino a casa fino ad oltre 10 mila euro al mese, il trattamento di fine rapporto per reinserimento sociale per importi fino ad oltre 80 mila euro e a partire dai 60 anni la pensione a vita fino ad oltre tre mila euro al mese. Per non parlare delle possibilità di spesa pubblica per le loro segreterie attraverso incarichi: fino a 150 mila euro all’anno, per ognuno dei 5 anni di mandato, per chi ha ruoli all’interno dell’assemblea legislativa.
Questa non è una polemica pretestuosa, ma diventa un intervento essenziale per essere credibili nel corso della legislatura. Come si può, ad esempio, giustamente lamentarsi dello scarso impegno economico della Regione per i piccoli comuni montani e poi avere un così alto costo per la collettività dovuto alla propria posizione elettiva?
Se non riuscissi ad essere eletto quale sarà il tuo futuro politico?
Lo decideranno gli elettori. Se in numero sufficiente scriveranno il mio cognome accanto al simbolo del PDL, il mio futuro politico avrà un percorso, diversamente ne avrà un altro. Comunque un futuro politico ci sarà.
Alle ultime comunali di Parma del 2007 hai raccolto 2.314 preferenze. Quante preferenze credi siano alla tua portata in queste regionali?
Ci sono circa 60 mila elettori del PDL in provincia di Parma, direi che è un buon bacino di consensi… e poi questa volta non ci sarà Ubaldi a farmi concorrenza nella raccolta delle preferenze!